Negli anni Ottanta bastava aprire un negozio per avere clienti. Negli anni Novanta forse ancora bastava mettere un sito online per essere trovati sul web. Oggi le cose sono molto diverse: avere un sito è considerato obbligatorio per un’attività ma spesso non se ne vedono i vantaggi – è una tassa da pagare.
Invece è possibile far fruttare l’investimento, definendo una strategia per ottenere traffico, organico o a pagamento. Tra social vecchi e nuovi, ottimizzazione SEO, content marketing e campagne pubblicitarie, sono davvero tante le strade per aumentare le visite al sito web.
Questa guida ti mostrerà una panoramica delle azioni che puoi fare subito e dei vari strumenti che potresti integrare in una strategia di marketing, per aiutarti a scegliere quelli più adatti a te e al tuo progetto.
Table of Contents
Perché vuoi aumentare le visite al sito?
Avrai sentito dire che il sito è imprescindibile se vuoi fare marketing online – anche per un’attività che si svolge offline, anche nell’era dei social –, ed è così perché il sito è l’unico luogo virtuale che davvero ti appartiene; mentre i tuoi profili social si trovano su piattaforme che potrebbero scomparire o diventare inaccessibili da un giorno all’altro.
D’altra parte non basta che un sito sia online perché abbia visualizzazioni e un sito senza visualizzazioni è un investimento inutile. Quindi hai ragione a voler aumentare le visite al sito, però è importante anche che sappia perché vuoi farlo: qual è il tuo obiettivo finale?
Magari vorresti ricevere più richieste di informazioni o preventivi, cioè usare il sito per generare lead per i tuoi servizi, che siano digitali o no. O forse vuoi aumentare le vendite del tuo ecommerce, oppure del tuo negozio fisico.
Con il sito potresti anche rendere più efficace il servizio clienti fornendo materiale informativo online, riducendo così le richieste di assistenza. In tutti i casi, aumentare le visite al sito è un’occasione per farti conoscere meglio da più persone, cioè per lavorare sulla tua brand awareness.

Aumentare il traffico in target
È fondamentale che a visitare il sito siano le persone giuste, in poche parole i tuoi potenziali clienti. Quindi il tuo scopo non sarà un generico aumento delle visite al sito ma un aumento del traffico in target. Anche perché se ti arrivassero persone non in target, se ne andrebbero subito mandando segnali pessimi a Google.
Quindi, se non l’hai già fatto, il primo passo sarà capire a chi ti vuoi rivolgere, e dovrà essere un target specifico se vuoi sperare di emergere, ma non troppo specifico o non potrai trovare abbastanza clienti.
Supponiamo che voglia vendere cosmetici biologici; hai tre possibilità per trovare la tua nicchia:
- specializzarti sul prodotto, ad esempio dedicandoti a cosmetici bio prodotti in Italia o in una certa regione;
- rivolgerti a un gruppo specifico di persone, magari selezionando cosmetici bio adatti alle donne che tendono all’acne;
- proporti su un’area geografica precisa: cosmetici bio a Catania.
Dovrai valutare con un’analisi di mercato se queste nicchie sono della dimensione giusta. Se sono troppo grandi, puoi combinarle per restringere ulteriormente il campo, ad esempio: cosmetici bio italiani per donne che tendono all’acne.
Altro passo imprescindibile nel marketing è creare delle buyer personas, cioè profili di clienti ideali che ti aiutino a empatizzare col tuo target.

Strumenti gratuiti per aumentare le visite al sito
Adesso che conosci i tuoi clienti ideali, possiamo parlare degli strumenti gratuiti per aumentare le visite al tuo sito. In realtà preferisco l’espressione strumenti organici, perché anche queste modalità richiedono denaro se le deleghi, oppure tempo e lavoro se te ne occupi in prima persona. Ciò che davvero le differenzia dagli strumenti a pagamento è l’assenza di investimenti in pubblicità.
Rispetto alle ads, il content marketing, la SEO e i social media richiedono investimenti iniziali più piccoli e distribuiti nel tempo, e danno risultati sul medio-lungo termine – ma solo se portati avanti con costanza e strategia.
Ottenere traffico organico col content marketing
Il content marketing è una forma di inbound marketing, in cui cioè non si va a cercare i clienti ma si fa in modo di essere trovati da loro.
Se usi il web e i social almeno un po’, avrai visto che le tipologie di contenuti scritti, audio e video che potresti sfruttare sono davvero tante. Ci sono i blog post in cui si spiegano gli argomenti di cui si è esperti in modo comprensibile ai non addetti ai lavori, o ad altri professionisti; software online, guide o modulistica scaricabili gratuitamente, video tutorial o recensioni, podcast, webinar, portfolio, ecc.
Come scegliere?
A fare la differenza è prima di tutto il luogo virtuale che vogliamo popolare con i nostri contenuti. Di solito:
- sito web
- social media
- altre piattaforme per video, audio o testi.
Ci sono però alcuni elementi comuni da rispettare su tutte le piattaforme.
Creare contenuti utili al target
Nel content marketing l’elemento chiave è trasmettere valore con i contenuti, cioè produrre materiale scritto, audio o video che aiuti le persone a risolvere un qualche problema o a raggiungere un obiettivo o a sentirsi in un certo modo. Non tutte le persone ma quelle in target. Infatti un sito interessante per i tuoi colleghi potrebbe non esserlo per i tuoi potenziali clienti.
Quindi, quando crei contenuti, ricorda che non sei in un’aula universitaria né a un congresso di settore e cerca di trasmettere informazioni che le tue buyer persona cercano o di cui hanno bisogno, con le parole giuste per loro.
In particolare, le informazioni che gli utenti cercano intenzionalmente costituiscono la domanda consapevole e sono le più importanti per un sito web che voglia posizionarsi su Google o sui motori di ricerca di piattaforme come Amazon, YouTube, LinkedIn.
A volte invece le persone navigano sul web senza uno scopo preciso, ma i loro bisogni più o meno consapevoli – o domanda latente – possono comunque essere intercettati col giusto contenuto. Questo principio è molto sfruttato nel social media marketing.
Un’altra cosa utile da tenere a mente è che nel content marketing i tuoi competitor non saranno necessariamente quelli che offrono il tuo stesso prodotto o servizio: sarai in concorrenza con tutti i brand che creano contenuti sugli stessi argomenti.
Tener conto del Customer Journey
Il tipo di informazioni che vuoi trasmettere con un contenuto dipende dalla fase in cui si trova il tuo potenziale cliente nel percorso verso l’acquisto (Customer Journey), schematizzato in quattro tappe:
- consapevolezza
- considerazione
- acquisto
- lealtà.
Supponiamo che tu sia un fisioterapista. Tra i tuoi potenziali clienti c’è chi si sta facendo ricerche su come risolvere il mal di schiena, usando parole chiave informazionali (es. ‘mal di schiena lombare’, ‘rimedi lombalgia’). Queste persone si trovano nella fase di consapevolezza del problema.
C’è chi ha già adocchiato un esperto o un prodotto che potrebbero aiutarlo e si sta documentando su di loro, oppure sta confrontando diverse soluzioni (fase di considerazione).
Ma ci sono anche persone che sono già pronte a comprare e usano parole chiave transazionali (es. cerotto mal di schiena, fisioterapia Milano). Queste persone si trovano nella fase di acquisto.
E poi ci sono i clienti che hanno già concluso un percorso con te e che vorresti far diventare clienti ricorrenti (fase di lealtà).
A ognuno di questi gruppi dovrai dire cose diverse.
Aumentare il traffico organico con la SEO
La SEO serve ad aumentare il traffico organico del sito grazie a un migliore posizionamento sulle pagine di ricerca.
Il concetto di fondo è che i contenuti del sito, per essere trovati, devono rispondere a domande che le persone digitano su Google, chiamate query di ricerca; quindi le nostre pagine web dovranno essere ideate e strutturate in base alle query di ricerca e alle parole chiave per cui vogliamo essere trovati dal nostro target.
Su SupportHost abbiamo guide specifiche per i diversi CMS: per migliorare la SEO di WordPress, per la SEO di Joomla, la SEO di PrestaSho, la SEO di Magento e la SEO di Drupal.
Qui vediamo alcuni accorgimenti utili su qualunque piattaforma.

Piano editoriale SEO
Tutto inizia con l’analisi delle parole chiave. Se il sito è ancora da costruire, puoi partire da una serie di parole chiave inerenti i tuoi prodotti o servizi, trovare parole chiave correlate, valutarle tutte in base al volume di ricerca e alla loro difficoltà. Lo scopo è trovare un numero sufficiente di keyword alla nostra portata che nel tempo possano generare un numero sufficiente di contatti.
Esistono strumenti gratuiti per l’analisi e la pianificazione come Ubersuggest, AnswerThePublic e Keyword Planner di Google (solo per chi ha campagne attive). Per trovare idee puoi anche usare Google Trends.
I consulenti SEO usano ulteriori strumenti a pagamento, desktop o online (Semrush, SEOZoom, Ahrefs sono alcuni di questi).
Se il sito è già online ma vuoi aumentare le visite, devi capire se stai puntando alle parole chiave giuste e stai facendo bene l’ottimizzazione on-page e se ci sono errori tecnici da risolvere. Può darsi che tu stia lavorando bene e che per ottenere il traffico che desideri ti servano più contenuti… e un blog.
Aumentare le visite al sito con un blog
Ogni azienda o libero professionista vorrebbe essere trovato per le parole chiave transazionali relative ai prodotti e servizi che offre, nell’area su cui lavora. Ad esempio, probabilmente non c’è psicoterapeuta milanese che non vorrebbe comparire in cima ai risultati per la chiave “psicologo milano”. Ma non è né semplice né immediato per via della concorrenza.
Il blogging è un’arma in più che consiste nell’aggiungere al tuo sito una sezione in cui tu o un copywriter aggiungerete costantemente contenuti su temi legati al tuo prodotto, utili ai tuoi clienti-tipo, e che tendano a restare attuali molto a lungo (evergreen). Per farlo in modo efficace ti servirà un piano editoriale SEO.
Mentre le pagine statiche di un sito tipicamente puntano a parole chiave transazionali, gli articoli del blog punteranno a parole chiave informazionali, su cui la competizione è minore.
Tra le tipologie di contenuti più efficaci ci sono:
- articoli-lista (listicles)
- guide passo-passo
- recensioni e confronti di prodotti
- casi studio
- storie di successo
I contenuti lunghi tendono a posizionarsi meglio, ma ricordati che devono essere densi di informazioni pertinenti.
SEO on-page
Un elemento base della SEO è l’ottimizzazione dei singoli blog post e pagine, che prevede una serie di accorgimenti:
- il contenuto deve essere strutturato in modo chiaro e logico attraverso tag header che contengano la parola chiave principale o le correlate;
- la chiave principale va inserita nelle prime cento parole, nell’URL e nei metatag;
- la leggibilità misurata con il Flesch Reading Ease deve essere alta;
- l’URL deve essere leggibile e più corto possibile;
- cura i link interni perché definiscono l’architettura del sito;
- inserisci link esterni utili a chi legge, solo verso fonti super-autorevoli in materia.
Se il tuo sito è su WordPress, con un plugin per la SEO ti assicuri di rispettare queste best practice su tutte le pagine con poca fatica.

Un altro accorgimento così fondamentale da dedicargli una guida è ottimizzare le immagini per la SEO. Prima di tutto bisogna comprimerle e convertirle in formato WebP – con appositi plugin WordPress o servizi online esterni – perché influenzano tantissimo il tempo di caricamento del sito, noto fattore di valutazione (ranking) di Google.
Inoltre ti serviranno: nomi dei file descrittivi che includano le parole chiave, senza spazi e caratteri speciali; compilare l’attributo ALT con una descrizione sintetica che comprenda parole chiave (nella guida trovi come automatizzarlo con degli script).
Se il tuo è un sito WordPress, trovi informazioni sulla compressione e la scelta del formato nella nostra guida specifica su come ottimizzare le immagini per il CMS.
EEAT e verticalità
Google valuta contenuti anche in base agli autori, misurandone l’autorità e l’affidabilità, la competenza sull’argomento e ancora meglio l’eventuale esperienza diretta, con un insieme di parametri riuniti sotto l’acronimo EEAT. È particolarmente esigente con i siti della categoria YMYL (i tuoi soldi, la tua vita), che riguardano investimenti e salute.
Per aumentare la tua autorevolezza agli occhi di Google puoi lavorare sulla verticalità del sito creando gruppi di articoli correlati – detti cluster o silos – che approfondiscano un argomento in tutti i suoi aspetti; così come progettare un’architettura del sito solida attraverso categorie e tag significativi per la SEO.
Link building
È importante che la tua esperienza e competenza siano in qualche modo certificate da altri siti considerati autorevoli, meglio se nel tuo stesso settore, attraverso link verso le tue pagine (backlink).
Alcuni tipi di contenuto hanno più probabilità di attrarre backlink in modo naturale:
- casi studio e ricerche con dati originali;
- liste di tecniche, strumenti o consigli;
- guide e tutorial dettagliati;
- strumenti online per calcolare, convertire o per modificare file;
- infografiche e altri contenuti visivi – che girano di più anche sui social.
Puoi ottenere link anche attraverso campagne di link building, in cui si chiederai esplicitamente ad altri siti di inserire collegamenti ai tuoi contenuti.
Anche se non è più di tendenza, pubblicare guest post resta una buona idea se a ospitarci è un sito autorevole, specialmente se del nostro settore o di uno affine. Se scegli questa strada, ricorda di inserire i link al tuo sito sotto forma di risorse utili dentro l’articolo, non nella bio in fondo, a cui arrivano in pochi.
Quando proponi il guest post, metti in evidenza i benefici che può portare all’azienda o professionista a cui chiedi ospitalità e ai suoi follower.
Dati strutturati e Local SEO
I dati strutturati possono dare una spinta alla SEO consentendoti di accedere ai risultati avanzati, di finire tra i risultati delle ricerche vocali oppure nel knowledge panel o nel local panel di Google. Sono particolarmente utili per i negozi fisici e tutte le attività legate a un luogo, che beneficiano della SEO ‘locale’.
Non farti intimorire dal nome e scopri com’è facile aggiungere Schema markup a WordPress con la nostra guida.

Curare la SEO tecnica
Un’altra pratica fondamentale se vuoi aumentare le visite al sito è curare gli aspetti tecnici della SEO correggendo eventuali errori e garantendo un’esperienza utente ottimale sia da desktop che da mobile.
Tra gli strumenti utili c’è Screaming Frog, con cui puoi scovare errori come:
- broken link, quelli che portano a errori 404 – risolvibili con redirect 301;
- contenuti duplicati, che puoi gestire col rel canonical;
- pagine bloccate dal file robots.txt o con tag noindex;
- meta title e description di lunghezza non corretta;
- catene e loop di redirect, che rallentano o bloccano il caricamento delle pagine.
Sebbene non faccia una scansione del sito altrettanto approfondita, anche Google Search Console permette di individuare alcuni di questi errori, insieme ad altri che riguardano l’esperienza utente: problemi di usabilità da mobile, velocità di caricamento non adeguata, dati strutturati non leggibili.

Search Console ti aiuta ad assicurarti che il sito abbia alcune caratteristiche imprescindibili, cioè sia:
- responsive, cioè adattabile ai diversi dispositivi – la maggior parte dei temi WordPress lo è;
- veloce, gli utenti scappano dai siti che impiegano troppo a caricarsi;
- ‘usabile’, l’interfaccia deve essere intuitiva e permettere di compiere ogni azione nel modo più breve.
Inoltre con Search Console puoi verificare due cose basilari: lo stato dell’indicizzazione del sito WordPress e la corretta lettura della sitemap.
Scopri nella nostra guida come eseguire un’analisi SEO dettagliata per trovare e risolvere i problemi e migliorare il posizionamento, sfruttando Screaming Frog, Search Console e Analytics.
Ottimizzare le parole chiave dopo la pubblicazione
Dopo averli pubblicati, è importante monitorare i contenuti per poterli ottimizzare ulteriormente; puoi farlo gratis con Search Console o Bing webmaster tools e con Analytics.
Con Search Console potresti scoprire che c’è la possibilità di ottimizzare un contenuto per ulteriori parole chiave correlate interessanti che non avevi considerato (selezionando una pagina, puoi vedere tutte le ricerche per cui si sta posizionando). A quel punto puoi aggiungere nuovi H2 e relativi paragrafi al testo.
Se fai una modifica alla volta, da qui puoi verificarne gli effetti.

Migliorare CTR e tempo di permanenza
Con Google Analytics o con Matomo puoi monitorare e migliorare altri fattori di ranking come il CTR e il tempo di permanenza sul sito.
Una buona notizia è che puoi incrementare le visite a una pagina specifica anche senza migliorarne il posizionamento. Come? Aumentando il CTR, cioè la percentuale di utenti che cliccano sui tuoi risultati. Se funziona, non solo ti arriverà più traffico nell’immediato ma il posizionamento stesso potrebbe salire, con effetto a cascata.
Per migliorare il CTR, scrivi il titolo SEO e la meta descrizione tenendo a mente i motivi per cui gli utenti dovrebbero visitare la pagina, mettendoti nei loro panni, se possibile provando a far leva sulle emozioni.
Anche se fanno un po’ clickbait, i titoli che contengono numeri sembrano ancora funzionare meglio degli altri (es. Migliora il tuo posizionamento SEO del 50%; I 10 contenuti SEO che ci hanno portato più vendite).
Puoi fare dei test A/B sui meta tag e scegliere quelli che funzionano meglio.
Un’altra idea per migliorare il CTR è aggiungere il markup Schema ai tuoi contenuti.
Un fattore che vogliamo ridurre, invece, è la frequenza di rimbalzo: la percentuale di persone che escono subito dal sito per tornare alla ricerca; sia perché vogliamo che restino sul sito, sia perché andandosene così inviano ai motori di ricerca un segnale pessimo su di noi.
Dando per scontato che il design e la velocità di caricamento siano a posto, c’è qualche accorgimento che potresti adottare. Ad esempio la presenza di video, anche di altri autori, allunga o raddoppia il tempo di permanenza medio dei visitatori.
Connessioni strategiche tra una frase e l’altra e tra i paragrafi possono invogliare a proseguire la lettura. Anche dei semplici ‘dai un’occhiata a’, ‘ed ecco come ho capito che’ o un assaggio di qualcosa di utile che sarà spiegato più avanti.
Social Media Marketing per ottenere traffico sul sito
Un’altra possibilità per aumentare il traffico del sito in modo organico e indiretto è il social media marketing, in pratica il content marketing applicato alle piattaforme social. Infatti con la giusta strategia il traffico sui social può essere in parte diretto verso il sito.
I social più utili per questo sono:
- Threads
- TikTok
- Pinterest.
Facebook ha sempre dato pochissima visibilità alle pagine, cioè i profili appartenenti a organizzazioni o progetti di qualunque tipo, costretti a sponsorizzare i post per raggiungere i propri follower. Oggi però, grazie ai reel, anche le pagine sono visibili anche al ‘pubblico freddo’, con maggiori possibilità di crescita.
Facebook è usato soprattutto da chi è sopra i trentacinque anni, ed è noto per essere il social preferito dagli ultrasessantenni. In realtà il suo pubblico è molto eterogeneo sia per età che per interessi.
Qui c’è la possibilità di inserire link al sito sia nelle informazioni sia nei post – anche se è consigliato posizionarli nei commenti per non essere penalizzati dall’algoritmo.
Su Instagram i profili aziendali e creator hanno la stessa visibilità degli altri. Qui ha senso combinare nel piano editoriale caroselli per ‘dare valore’ ai follower con reel pensati soprattutto per i non-follower.
Il social è molto popolare tra i millennials e la gen Z e, di conseguenza, il livello medio di istruzione degli utenti è più alto rispetto a Facebook. Nato come piattaforma basata sull’estetica, ha visto prendere sempre più piede i contenuti informativi sotto forma di immagini e video.
Instagram permette i link esterni solo nella cortissima sezione bio; per questo sono nati servizi come Linktree, che riuniscono tanti collegamenti in un’unica pagina. Un’ulteriore evoluzione c’è stata con Linkin.bio e simili, che mostrano un’anteprima del blog sempre aggiornata in stile feed di Instagram, mentre Switchy offre la possibilità di riunire in un’unica pagina le anteprime di articoli, video, podcast, freebie e qualunque contenuto a prescindere da dove si trovi.

Threads
Di recente Meta ha lanciato Threads, piattaforma ancora giovanissima che sembra stia prendendo una piega molto testuale e conversazionale. Qui le persone sembrano più propense a parlare dei loro bisogni e difficoltà (a differenza di social come Instagram), ed è possibile intercettare in tempo reale e partecipare a conversazioni su qualsiasi argomento grazie a un efficace motore di ricerca. Se vuoi capire i tuoi clienti tipo e interagirci, è un ottimo posto.
Fai in modo che trovino il link al tuo sito nella bio.
TikTok
TikTok è nato per la condivisione di contenuti video di tipo leggero tra un pubblico giovanissimo, ma oggi viene usato per il video marketing anche da aziende e professionisti.
Qui la fanno da padroni i giovani sotto i 30 anni, ma anche la fascia 30-40 è in crescita. Se si tratta del tuo target, puoi creare brevi video adatti alla piattaforma che facciano da teaser ai contenuti del tuo sito.
Ti servirà un link cliccabile nella bio, disponibile con l’account business, e una landing page – che puoi creare con i servizi già visti per Instagram o direttamente sul tuo sito.
LinkedIn è una piattaforma per il networking tra professionisti che ha progressivamente integrato gli aspetti social e le tipologie di contenuti dei social veri e propri, tant’è che ora anche qui spopolano reel e caroselli, e il tono di voce serioso di una volta è dimenticato. I temi, però, restano quelli legati al lavoro.
Da qualche anno anche qui esiste la modalità Creator, per chi vuole aumentare la propria visibilità sulla piattaforma condividendo contenuti al di fuori dei propri contatti.
La maggioranza degli utenti è tra i 30 e i 50 anni, con crescita tra i più giovani. Ovviamente è un ottimo posto per il content marketing B2B.
È un social nato per creare raccolte di immagini dal web, per trovare idee e fare confronti, spesso in vista di un acquisto. Pinterest è il social più visivo di tutti ed è perfetto per chi offre prodotti o servizi legati all’immagine e alla creatività, ad esempio abbigliamento, arredamento, design, cosmetici, cibo, ma anche viaggi o fitness.
Gli utenti sono per almeno il 70% donne, prevalentemente tra i 25 e i 40 anni.
Può essere molto utile per ottenere traffico poiché ogni immagine salvata contiene il link al sito web d’origine.
Thought Leadership content
Grazie alla spinta dei social, negli ultimi anni si sta diffondendo un approccio più personale alla creazione dei contenuti chiamato Thought Leadership, in cui le competenze professionali si mischiano alle opinioni e al vissuto dell’esperto. Questo tipo di contenuto spesso contiene punti di vista non comuni – segnalati dal bollino “unpopular opinion” –, oppure consigli professionali mischiati a storytelling.
D’altra parte oggi un tutorial senza personalità potrebbe essere indistinguibile da uno prodotto con l’intelligenza artificiale. Ma c’è anche il rischio di forzare la mano nella ricerca dell’originalità e dell’opinione contraria a tutti costi.
Costruire una community
I social hanno il vantaggio di facilitare la nascita di una community, che può portare traffico al sito. Esistono funzionalità apposite come i gruppi Facebook e le loro chat, i gruppi LinkedIn, oppure le community di WhatsApp, i canali Instagram o Telegram.
Questi strumenti possono essere resi disponibili a tutto il proprio pubblico oppure solo ai membri premium. Permettono di dare visibilità ai contenuti sul blog e proporre occasionalmente l’acquisto di prodotti o servizi sul sito. Ogni canale è una possibilità in più per differenziare le fonti di traffico.
Per far crescere la community sui social possono essere sfruttati anche i giveaway, prodotti o servizi gratuiti offerti in cambio di condivisioni, commenti o tag; le live e i webinar gratuiti.
Altre piattaforme di contenuti
Oltre ai social media veri e propri, esistono altre piattaforme che ospitano contenuti audio, video o entrambi e integrano motori di ricerca – quindi permettono di applicare una sorta di strategia SEO, crescere e infine mandare traffico anche al sito.
Video e podcast
Prima di tutto c’è YouTube, piattaforma ideale per chi si sente più in linea con i contenuti video lunghi e informativi e preferisce la formazione all’intrattenimento; nonostante gli shorts abbiano introdotto anche qui il ritmo veloce dei reel.
Altre piattaforme di cui tener conto sono quelle che ospitano i podcast, e in particolare Spotify, attraverso le quali è possibile costruire un brand e indirizzare più visitatori verso il proprio sito.
Per sfruttarne i vantaggi non devi per forza avere un tuo podcast: puoi anche andare ospite in quelli altrui, per farti conoscere e così portare traffico al tuo sito.
In particolare Spotify sta progressivamente integrando funzionalità ‘social’ e ora permette l’interazione tra utenti e autori dei podcast attraverso i commenti. Gli artisti possono già inserire video, alcuni anche condividere storie; quindi non è da escludere che arrivino funzioni simili anche per i podcaster.
Siti di social news
Siti come Reddit e Quora sono una fonte preziosissima di idee per i piani editoriali SEO e social perché offrono una panoramica su cosa interessa alle persone, i loro dubbi e punti di vista. Sono anche luoghi in cui potresti invogliare le persone a visitare il tuo sito, rispondendo in modo competente alle loro domande intorno ai temi di cui ti occupi – evitando lo spam e l’autopromozione esplicita.
Su queste piattaforme si parla per la maggior parte in inglese, ma il loro uso da parte di utenti italiani è in crescita.
Substack
Ultimamente è in grande crescita Substack, una piattaforma che offre una sorta di blog vecchio stile con newsletter integrata, insieme a funzionalità social.
Rispetto a un classico blog e all’invio della newsletter attraverso un provider, richiede molto meno lavoro, favorisce la creazione di una community e la visibilità degli autori. Substack suggerisce i contenuti ai propri iscritti nel feed, ha un motore di ricerca interno e permette alle newsletter pubbliche di posizionarsi anche su Google.

Lista email e newsletter
Se hai già letto qualcosa di marketing digitale, sicuramente saprai che è caldamente consigliato affiancare al sito la costruzione di una lista email, che serve sia a consolidare e mantenere la relazione con il proprio pubblico – attraverso la newsletter –, che a vendere – attraverso i funnel.
Una newsletter interessante può incuriosire gli utenti e spingerli a tornare sul sito a leggere i blog post, come anche motivarli ad aprire una landing page.
Un tipico modo per incoraggiare i nostri follower sui social o visitatori sul sito a darci il loro indirizzo email è dar loro in cambio un freebie; ad esempio una classica guida in pdf o l’accesso a un webinar gratuito.
Rendere più efficace la produzione dei contenuti
Per riuscire a produrre contenuti in modo rilevante, costante e sostenibile è importante mettere in piedi un processo che faccia fruttare al massimo tutto ciò che crei.
Formati e riciclo
Prima di tutto dovresti approfittare del fatto che uno stesso contenuto può essere modellato in formati diversi, generando decine di contenuti a partire da un’unica idea. Ad esempio un’intervista puoi diventare un video per YouTube, un podcast per Spotify e Spreaker, un articolo per il blog (in cui incorporerai anche il video e il podcast), dei brevissimi video da usare come short, reel o storie.
Ecco un articolo ricavato da un podcast:

E qui uno ricavato da un video:

Inoltre puoi rilanciare periodicamente contenuti esistenti dopo averli aggiornati, oppure ripubblicarli con un altro formato. Sui social va bene anche postare ripetutamente gli stessi contenuti senza modificarli, basta lasciar passare qualche mese tra una pubblicazione e l’altra.
Dare visibilità ai blog post
Una decina d’anni fa veniva caldamente raccomandato di includere sul blog pulsanti per la condivisione sui social e frammenti pronti da twittare, o addirittura di inviare i post a persone potenzialmente interessate chiedendo la ricondivisione. Nel frattempo alcune di queste pratiche sono diventate obsolete, mentre sono emerse delle alternative che non implicano spam (per fortuna).
Come abbiamo visto, possiamo trasformare frammenti dei contenuti lunghi in post, reel, podcast con il taglio adatto alla piattaforma a cui sono destinati e dare così visibilità all’intero articolo (con il piacevole effetto collaterale di facilitarci la gestione dei contenuti social).
Ad esempio gli YouTube shorts di Andrew Huberman non sono che estratti delle sue video interviste.

Per farci conoscere dai reciproci follower, possiamo proporre collaborazioni a colleghi o ancora meglio a persone che svolgono professioni affini o in qualche modo collegate alla nostra e con cui non siamo in concorrenza; ad esempio una personal trainer potrebbe collaborare con una nutrizionista, con un fisioterapista o un medico. Possiamo intervistare sui nostri canali piccoli e medi influencer, organizzare delle live insieme o creare reel e caroselli in collaborazione.
Usare o non usare l’Intelligenza Artificiale per produrre contenuti?
Gli strumenti di intelligenza artificiale hanno raggiunto un livello di evoluzione tale che è difficile non pensare di integrarli nella produzione di contenuti per ottenere il massimo in efficienza e impatto.
D’altra parte non c’è da temere eventuali penalizzazioni da parte di Google che, nelle indicazioni sui contenuti creati con l’AI, afferma che non conta come i contenuti siano prodotti ma solo che siano originali, di alta qualità e conformi agli standard EEAT.
Riuscire a produrre contenuti originali e di qualità con strumenti artificiali, però, non è affatto semplice né immediato. Un interessante studio di Search Engine Land sull’applicazione dell’AI nella SEO ha concluso che nei casi di successo l’intelligenza artificiale era stata sfruttata per la sua velocità nel processare dati e produrre analisi, che venivano poi supervisionate da esperti.
Strumenti a pagamento per aumentare le visite al sito
Gli strumenti organici sono efficaci sul lungo termine. Se hai bisogno di risultati subito, magari per testare l’interesse verso il tuo prodotto o servizio prima di impegnarti in una campagna di content marketing, puoi provare uno degli strumenti a pagamento per aumentare le visite al sito.
Aumentare il traffico con Google Ads
Se vuoi aumentare velocemente la visibilità su Google per vendere un prodotto o servizio, puoi pubblicare un annuncio che compaia sulla pagina di ricerca, sopra i risultati organici.
In modo simile alla keyword research nella SEO, su Google Ads Manager si scelgono le parole chiave per cui si vuole comparire più in alto possibile nelle ricerche, sfruttando i dati forniti dal Keyword Planner di Google. Si impostano le campagne in base alle parole chiave, definendo il pubblico in base a posizione, interessi e altri dati demografici, con un budget giornaliero.
Quanto costa una campagna Google Ads? Dipende da quanto sono competitive le parole chiave che scegli.
Le campagne sono pay per click, cioè ogni qualvolta una persona clicca sul tuo risultato devi pagare, anche se non vendi nulla. È possibile avere ottimi ritorni di investimento ma anche perdere soldi, quindi dovrai studiare oppure rivolgerti a un consulente.
In ogni caso, puoi monitorare l’andamento delle campagne con Google Analytics.
Con Google Ads puoi anche scegliere di far comparire i tuoi annunci su altri siti (campagne Display) oppure su YouTube.

Aumentare il traffico con la pubblicità sui social
Oggi puoi fare pubblicità al tuo sito internet anche con campagne sui social network, che talvolta sono meno costose rispetto a quelle su Google.
Le campagne pubblicitarie sui social consistono in post o reel simili a quelli organici, che in più contengono pulsanti che portano a una landing page: una pagina del tuo sito esistente su cui vuoi aumentare il traffico, oppure una pagina costruita apposta per la campagna, che può essere di vendita oppure un modulo per acquisire dati, ecc.
Queste campagne possono far parte di una strategia a medio o lungo termine e avere l’obiettivo di far crescere la lista email o avviare dei funnel; oppure di una strategia a breve termine per aumentare le visite al sito e su una specifica pagina di vendita.
Se hai già una buona presenza su qualche social puoi sfruttare quella piattaforma. Se invece devi scegliere da zero il social su cui investire, scopri dove si trova il tuo target partendo da interessi e fascia d’età.
Facebook Ads e Instagram Ads funzionano allo stesso modo e possono essere gestiti dai singoli account, oppure dall’Ads Manager di Meta se si possiede una pagina Facebook.
Permettono di targetizzare molto bene il pubblico grazie alle informazioni raccolte da Meta, di mostrare l’annuncio a persone simili ai follower e di fare retargeting sui profili che hanno già interagito con il brand.
Meta sta studiando gli annunci pubblicitari su Threads, quindi a breve potrebbe essere disponibile anche quella piattaforma.
Se il tuo pubblico si trova lì, puoi fare pubblicità al tuo sito anche su TikTok. Anche in questo caso, puoi scegliere a chi mostrare l’annuncio in base ai dati demografici e agli interessi e alla somiglianza con chi già ti segue; puoi fare retargeting.
LinkedIn Ads basa il targeting su professione, settore, ruolo, azienda ed è consigliato per il B2B. A differenza di altri social, permette la pubblicità anche via messaggi InMail.
Se i tuoi prodotti sono legati all’immagine e all’estetica, Pinterest potrebbe essere un buon posto dove pubblicizzare il tuo sito, con costi inferiori rispetto a piattaforme più popolari.
Influencer Marketing
Influencer con il tuo stesso target possono dare una spinta notevole ai tuoi canali e al tuo sito se condividono i tuoi contenuti. L’ideale sarebbe che lo facessero di loro iniziativa, ma puoi favorire il processo proponendo degli accordi.
Viene spontaneo pensare di cercare di collaborare con chi ha più seguito, ma potrebbe essere troppo costoso, specie se si tratta di professionisti che vivono di sponsorizzazioni. D’altra parte lavorare con piccoli influencer specializzati sulla tua nicchia potrebbe essere altrettanto efficace. Per di più è più facile che siano propensi a collaborazioni gratuite, se trovi una formula che sia vantaggiosa anche per loro. Se lo scopo è questo, la chiave è contattare chi ha un numero di follower non troppo lontano dal tuo.
Offline
Non dimenticare che puoi promuovere il tuo sito anche offline. Se ti capita di stampare materiale promozionale cartaceo, dai flyer ai manifesti, puoi inserirci il link al tuo sito e ai profili social, magari sotto forma di QR code.
Inoltre puoi sfruttare seminari, corsi in presenza, fiere e qualunque evento dal vivo in cui metti in mostra le tue competenze per generare traffico verso il tuo sito.
Conclusioni
In questa guida abbiamo visto tanti modi per aumentare le visite al sito da parte dei tuoi clienti in target nelle diverse fasi del loro percorso verso l’acquisto. Dalle azioni sul sito, come verificare l’ottimizzazione SEO, creare un blog e un piano editoriale, al content marketing su social media e piattaforme audio e video, dove puoi costruirti un pubblico e una community a cui mostrare anche il sito.
Oggi social e app di messaggistica offrono canali che affiancano la newsletter nell’aiutarti a mantenere una relazione con follower e clienti e renderli partecipi dei tuoi blog post e delle tue pagine di vendita. Infine ci sono le campagne pubblicitarie sui social e i motori di ricerca, un modo diretto e immediato di ottenere traffico sul sito.
Hai già provato qualcuno di questi metodi e con quali risultati? Preferisci il content marketing organico o le ads? Faccelo sapere nei commenti.
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