In questo case study andiamo a vedere come eseguire un cambio dominio senza perdere posizionamento e senza perdere traffico.
Analizziamo un caso studio reale per capire che tipo di risultati possiamo aspettarci su Google, per poter valutare se vale la pena o meno.
Oltre a questo valuteremo le possibili motivazioni e i possibili rischi di una simile operazione.
Vedremo inoltre quali sono i passi necessari per compiere questa operazione senza creare problemi e senza ricevere penalizzazioni.
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Perché cambiare dominio
Ci sono diverse ragioni per voler fare un cambio di dominio, in genere la motivazione più comune è quando si vuole fare un rebranding aziendale e quindi anche un rebranding del sito.
In altri casi, inoltre, è possibile che si vogliano unire più domini in un dominio unico, oppure che si voglia cambiare estensione (dominio di primo livello). Per esempio nel caso in cui si voglia passare da un’estensione .net a una .com.
Un caso particolare da tenere in considerazione, come dicevamo, è proprio quello del rebranding. Un rebranding non significa solo cambiare marchio e nome dell’azienda, ma si tratta di un processo più complesso che riguarda l’immagine aziendale nel suo insieme.
I motivi che possono spingere ad un rebranding sono svariati, lo si fa per adattarsi a nuove tendenze, per aprirsi a nuove fette di pubblico o per riflettere cambiamenti aziendali.
Il rebranding dell’azienda deve riflettersi su tutti i canali di comunicazione utilizzati. E questo include, quindi, anche il sito web. Il rebranding del sito è un’operazione delicata perché bisogna tenere in considerazione anche l’impatto del cambiamento in termini di SEO.
Con impatto del rebranding sulla SEO ci riferiamo al cambiamento di dominio. Quando invece i cambiamenti riguardano solo aspetti estetici, come l’aspetto del sito, non si avranno problemi riguardo al posizionamento.
Detto questo, possiamo vedere quali sono i rischi del cambio di dominio e come trasferire il sito senza perdere posizionamento e traffico.
Quali sono i rischi di questa operazione?
Vediamo quali sono i rischi di un cambio di dominio. Quando si vuole cambiare dominio senza perdere posizionamento, bisogna tenere in considerazione alcune cose importanti.
Tieni presente che ci riferiamo ai rischi nel caso di cambiamento del nome di dominio. Cambiare hosting, invece, è un’operazione sempre indolore dal punto di vista SEO.
Il rischio maggiore è che il sito nuovo perda il posizionamento raggiunto. Di conseguenza si può andare in contro a una perdita di traffico organico.
Inoltre, se non reindirizziamo correttamente il traffico dal vecchio al nuovo sito, rischiamo anche che i nostri utenti abituali o potenziali nuovi clienti non riescano più a trovare il nostro sito.
Oltre ai cali di traffico ed alla perdita del posizionamento, ci sono anche altri errori che dobbiamo evitare.
Contenuti duplicati
Uno dei rischi cui andiamo incontro se non facciamo una migrazione SEO correttamente è quello di rischiare una penalizzazione per contenuti duplicati.
Google considera i contenuti identici, o molto simili, come duplicati, e li penalizza nel posizionamento al fine di garantire all’utente che effettua una ricerca la migliore esperienza possibile.
Con i redirect 301, informiamo Google che i contenuti sono stati spostati da un dominio all’altro e in questo modo, Google non considera più i due siti come identici e non ci penalizza.
Errori 404
Quando facciamo un cambio di dominio, in genere è consigliabile mantenere la stessa struttura del sito.
In questo modo la pagina che aveva l’URL vecchiosito.it/pagina1 verrà spostata su nuovosito.it/pagina1.
Prima di impostare i redirect da vecchio a nuovo sito, dobbiamo perciò controllare le URL e assicurarci che non siano cambiate.
Se le URL sono cambiate, l’utente che cerca di raggiungere il nuovo sito si troverà davanti ad una pagina di errore 404.
Possiamo tenere sotto controllo gli errori dalla Search Console, controllando gli errori nel rapporto Copertura. Così facendo se individuiamo un errore ci basta correggerlo e reindirizzare correttamente le pagine vecchie verso quelle nuove.
Per quanto tempo mantenere il vecchio dominio?
È necessario che il vecchio dominio continui a restare online? E per quanto tempo? Alcuni parlano di sei mesi, altri di un anno.
Come vedremo tra poco quando parleremo dei backlink, è difficile riuscire ad aggiornarli tutti, impossibile se stiamo parlando di numeri molto elevati.
Per questo motivo la situazione ideale è di mantenere il vecchio dominio online per sempre.
Come cambiare il dominio senza perdere posizionamento
Vediamo quali sono i passaggi da seguire per cambiare dominio senza perdere posizionamento.
Creiamo una copia del sito
La prima cosa da fare è creare una copia del sito. Sei hai un sito WordPress puoi usare un plugin come Duplicator che ti permette di fare una copia del sito sia per il trasferimento che per creare un backup e ripristinare il sito su un altro dominio in modo semplice.
Oppure, per cambiare dominio con WordPress, puoi fare un backup dei files sito e poi utilizzare WP Migrate DB per esportare una copia del database usando la funzione per sostituire il vecchio dominio col nuovo.
Un altro modo per effettuare le sostituzioni sul database sarebbe usando WP-CLI, uno strumento che offriamo con tutti i piani hosting di SupportHost e che ci permette di fare un trova e sostituisci sul database senza corrompere i dati serializzati.
In questa prima fase il nuovo sito non dovrà ancora essere visibile ai motori di ricerca e ai visitatori.
Possiamo utilizzare un plugin under construction per mostrare una pagina di avviso in attesa che il sito sia pronto.
Oppure possiamo impedire l’accesso al sito usando una password htaccess.
Controlliamo le URL
A questo punto controlliamo che le URL siano corrette e che non ci siano errori nel sito. Se abbiamo migrato il sito correttamente, non dovremmo avere problemi, ma è sempre meglio controllare due volte.
Dopo esserci assicurati che tutto funziona come dovrebbe, possiamo rendere visibile il nuovo sito.
Nel dettaglio, in questa fase è importante controllare che le url e la loro struttura si invariata. Ovvero la parte dopo il nome del dominio deve essere identica nel vecchio e nel nuovo sito.
Impostiamo i redirect 301
A questo punto dobbiamo impostare i redirect 301 in modo che chi cerca di visitare vecchiosito.it/pagina sia rimandato verso nuovosito.it/pagina.
Questa è la parte più delicata, perché i redirect 301 consentono ai motori di ricerca e ai nostri visitatori di raggiungere il nuovo sito.
Cambio di dominio e redirect, a cosa servono?
Impostando i redirect ci assicuriamo che un utente che clicca su un indirizzo che punta al vecchio sito sia reindirizzato verso il nuovo e riesca quindi in ogni caso a raggiungere il sito.
Questo permetterà agli utenti di continuare a raggiungere il sito anche tramite backlink che puntavano al vecchio sito.
Inoltre in questo modo Google ci permetterà di mantenere la link juice dei backlink che avevamo ricevuto sul vecchio sito e non perderemo posizionamento a causa del cambio di dominio.
L’ideale sarebbe verificare i backlink verso il sito vecchio, usando per esempio la Search Console e controllando i link esterni.
Con una lista di backlink potresti contattare i siti e comunicare il nuovo dominio. Puoi ottenere un elenco di tutti i link in ingresso al tuo sito con strumenti come la Search Console o Ahrefs.
Anche così facendo, però, difficilmente riuscirai ad aggiornare tutti i backlink. Per questo motivo, come dicevamo prima, è meglio continuare a mantenere il dominio vecchio online per sempre.
Search Console e cambio dominio
Lo strumento Cambio di indirizzo della Search Console ci permette di comunicare a Google il cambio di dominio del sito.
Tieni presente che questo strumento serve a comunicare un cambio di dominio quando effettivamente stai modificando il nome del dominio.
Non è necessario, invece, nei seguenti casi:
- Passaggio da http a https, se passi da http a https è necessario impostare un redirect 301, ma non è necessario comunicare alla Search Console il cambio di dominio.
- Passaggio da www a non www (o viceversa), anche in questo caso ti basta utilizzare i reindirizzamenti.
- Se hai cambiato hosting, ma non hai cambiato dominio, non è necessario comunicare il cambio di dominio. In questo caso, in genere è necessario verificare di nuovo la proprietà del sito per continuare ad usare la Search Console.
Per poter comunicare il cambio di indirizzo a Google tramite la Search Console, dovrai aggiungere il nuovo sito e verificare la proprietà.
Tieni presente che per utilizzare lo strumento cambio di indirizzo devi essere proprietario verificato di entrambi i siti: sito nuovo e sito vecchio.
Per prima cosa verifica la proprietà del nuovo sito.
Poi seleziona il sito vecchio dalle proprietà, clicca su Impostazioni e poi su Cambio di indirizzo.
A questo punto seleziona il nuovo sito e poi clicca su Convalida e Aggiorna. In questo modo lo strumento verifica la presenza di redirect da vecchio a nuovo sito e poi comunica a Google la richiesta di spostamento.
Come vedrai aggiungendo il nuovo sito alla Search Console, verrà visto come un sito separato e non avremo quindi modo di importare i dati del vecchio.
Tuttavia, finché continui a mantenere il metodo di verifica utilizzato per il vecchio sito, potrai continuare a monitorare entrambi.
Da questo momento in poi, nei 180 giorni successivi alla richiesta, il traffico proveniente dal vecchio sito si sposterà verso il nuovo, man mano che vengono sottoposti a scansione e indicizzati i nuovi indirizzi.
Inviare la nuova sitemap
Nelle best practices per la migrazione SEO, Google raccomanda di inviare la sitemap del vecchio e del nuovo sito. Se hai già inviato la sitemap del vecchio sito, ti basta inviare solo la nuova dopo il cambio di dominio.
Puoi farlo utilizzando direttamente la Search Console.
In questo modo sarà più semplice per i crawler trovare i redirect da vecchio a nuovo sito.
Tieni presente quindi che dovrai procedere in questo ordine:
- implementa i redirect 301 dal vecchio al nuovo dominio;
- comunica il cambio di dominio attraverso la Search Console;
- invia la sitemap del vecchio sito attraverso la Search Console e i Webmaster tools di Bing;
- crea la sitemap del nuovo sito e inviala.
Un caso studio reale
Adesso che abbiamo fatto questa premessa, vediamo un caso studio reale, per capire cosa possiamo aspettarci.
Come nei migliori siti di trading: una performance passata non ci dà garanzia dello stesso risultato in futuro, ma sicuramente ci dà un’idea riguardo a quello che possiamo aspettarci.
Durante questo passaggio ho monitorato i risultati su Google tramite la Search Console e tramite Ahrefs, per capire cosa succedeva.
La paura del cambio
Nel caso di SupportHost la paura del cambio era dovuta a due diversi fattori.
In primo luogo c’era l’incertezza dovuta al cambio dominio. I vecchi link saranno visti e considerati ai fini del ranking? Tanti dicono che un link verso il vecchio dominio, anche se con redirect 301, abbia meno valore di un link diretto, e probabilmente è così anche se non possiamo sapere in quale percentuale.
Google sarà contento di questo cambio premiandolo con buoni posizionamenti, oppure non lo gradirà vanificando anni di lavoro?
L’altra incertezza era dovuta al fatto che SupportHost.com era un dominio premium, dal costo di 6000$. E se dopo una spesa di questo tipo il sito di fatto peggiora il suo posizionamento? Tenendo anche in conto il lavoro da fare per migrare il tutto, che nel caso di SupportHost era più complesso del normale come vedremo tra poco.
Questi due fattori ci avevano sempre fatto rimandare la scelta, fino a che un bel giorno ci siamo decisi.
Questo post vuole essere una guida e un caso studio per farti vedere che cambiare dominio è possibile e si può fare senza danni.
Il cambio di dominio nel caso di SupportHost
Come dicevo prima il caso del cambio di dominio per SupportHost è un po’ particolare.
Normalmente si esegue un cambio di dominio da vecchiodominio.it a nuovodominio.com, un’operazione che se si sa come fare impiega al massimo poche ore, e senza rischio di errori.
Nel caso di SupportHost avevamo due domini:
- SupportHost.net
- SupportHost.it
- (oltre all’area clienti in un sottodominio ed il sistema di ticket, ma almeno in questo caso non ci interessava la SEO)
Questi domini dovevano essere migrati in questo modo:
- SupportHost.net -> SupportHost.com
- SupportHost.it -> SupportHost.com/it
Abbiamo quindi migrato SupportHost.net su SupportHost.com e poi impostato l’installazione di WordPress come multisite.
A questo punto tramite un paziente lavoro di importazione abbiamo spostato SupportHost.it su SupportHost.com/it
Adesso i due siti erano uniti sul nuovo dominio, e non visibili da nessuno dal momento che l’accesso era protetto da password. Questo era il momento di controllare che tutti gli slug fossero rimasti invariati, in questo modo:
- SupportHost.net/pagina -> SupportHost.com/pagina
- SupportHost.it/pagina -> SupportHost.com/it/pagina
Questa era la parte più importante. Un errore qui e ci saremmo trovati con tanti errori 404 e una sicura perdita di ranking.
Adesso che il nuovo sito è online e funzionante è arrivato il momento di renderlo pubblico ed impostare i redirect 301.
Il codice usato nel file .htaccess dei due vecchi domini è il seguente:
Options +FollowSymLinks RewriteEngine On RewriteBase / RewriteCond %{HTTP_HOST} ^supporthost\.net$ [NC] RewriteCond %{REMOTE_ADDR} !=123.456.78.90 RewriteRule ^(.*)$ https://supporthost.com/$1 [R=301,L]
e:
Options +FollowSymLinks RewriteEngine On RewriteBase / RewriteCond %{HTTP_HOST} ^supporthost\.it$ [NC,OR] RewriteCond %{HTTP_HOST} ^www.supporthost\.it$ [NC] RewriteCond %{REMOTE_ADDR} !=123.456.78.90 RewriteRule ^(.*)$ https://supporthost.com/it/$1 [R=301,L]
Ovviamente per poter usare questo codice nel tuo file .htacccess devi sostituire il nome del dominio. Abbiamo impostato un’esclusione per l’IP della nostra VPN per poter accedere dal nostro IP ai vecchi siti in caso di bisogno.
A questo punto il lavoro è finito, non resta che pregare san Google sperando di entrare nelle sue grazie.
Vediamo quindi cos’è successo dopo questo cambio…
Case study cambio dominio e SEO
Stando ai dati di Ahrefs i due siti avevano le seguenti metriche. Il dominio SupportHost.com aveva traffico e DR pari a 0.
Dominio | Domain Rating | Traffico organico |
---|---|---|
SupportHost.it | 44 | 3500 |
SupportHost.net | 16 | 7 |
A distanza di soli 7 giorni dalla modifica le metriche di SupportHost.com erano già le seguenti:
Un risultato impressionante, ma soprattutto inaspettato in un periodo di tempo così corto. In pochi giorni Google aveva già iniziato a inviare traffico al nuovo dominio, e a posizionarlo nelle SERP.
Tenendo presente che il cambio di dominio SEO è stato fatto il 4 marzo, vediamo i dati dei click della search console:
Mese | SupportHost.com | SupportHost.it | SupportHost.net |
---|---|---|---|
Febbraio | 0 | 13000 | 200 |
Marzo | 6300 | 5500 | 40 |
Aprile | 8900 | 40 | 5 |
Maggio | 11000 | 0 | 0 |
Giugno | 13800 | 0 | 0 |
Ho voluto riportare i mesi da febbraio, mese in cui non ci sono state modifiche fino a giugno, mese in cui il traffico è tornato ai livelli originari.
Dopo giugno il sito ha avuto una crescita veloce e costante, ma questo è dovuto solo il parte al cambio. Avendo un solo dominio invece che due domini separati, un link che arriva al sito in lingua inglese aumenta l’autorità del dominio, e quindi ne beneficia anche la versione italiana, e viceversa.
A marzo si è notata una situazione particolare. Molte (tutte) le pagine hanno perso il loro posizionamento. Sono sparite dalla SERP col vecchio dominio, per riapparire nella stessa posizione o in una posizione migliore dopo qualche giorno, ma con il nuovo dominio.
Inoltre, il cambio non è stato netto, ma graduale. A distanza di pochi minuti infatti era possibile fare una ricerca e vedere un risultato in prima pagina col vecchio dominio, mentre per un’altra chiave vedere già il nuovo dominio in SERP.
Conclusioni
Eseguendo tutti i passi nel modo corretto un cambio di dominio non è un’operazione che dovrebbe creare problemi. Ovviamente bisogna controllare due volte ed essere sicuri di non fare errori durante la migrazione.
- Un cambio di dominio, per quanto ben fatto, è un grande cambiamento e non puoi avere la certezza del risultato.
- Il cambio dovrebbe essere fatto in un periodo in cui l’azienda naturalmente vende meno, per evitare di nuocere troppo al fatturato.
- Quando fai un cambio monitora i vari parametri per valutare se la scelta porta o meno i frutti sperati. Allo stesso tempo non avere troppa fretta di tornare indietro, devi dare a Google il tempo necessario per dare il giusto valore al tuo sito.
- Se hai tanti click da una chiave branded (as esempio SupportHost nel nostro caso) e cambi nome del brand devi tenere in considerazione che probabilmente perderai una parte di quei click, se non tutti.
Se invece hai diversi domini per lingua e decidi di unire tutti i siti hai vari vantaggi:
- Tutti i backlink vanno ad aumentare l’autorevolezza del dominio, quindi un link ricevuto da un sito americano alla versione inglese del sito indirettamente aiuta la versione italiana del sito e viceversa.
- Puoi gestire il sito tramite WordPress multisite, tenere i contenuti in sync, usare i tag hreflang in modo più semplice… Insomma una gestione unificata di tutti i siti che facilita il tutto da un punto di vista della gestione del sito.
Hai eseguito un cambio di dominio e hai delle conclusioni che aiuterebbero a migliorare questo articolo? Fammelo sapere in un commento.
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