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Cos’è l’uptime, perché è importante e come si monitora

Il tuo obiettivo è avere un sito sempre online, che sia attivo e visibile quando qualcuno lo visita. Ma come si fa ad assicurarsi che il sito sia sempre attivo? Ci sono degli strumenti che consentono di monitorare l’uptime e inviare delle notifiche quando il sito è down.

In questo articolo ti spiegherò come viene calcolato l’uptime, da cosa dipende e come fare a monitorarlo sul tuo sito web.

Cos'è l'uptime

Cos’è l’uptime

L’uptime equivale alla quantità di tempo durante cui un sito web o un servizio online è operativo e accessibile da parte degli utenti.

In questa guida ci concentreremo sull’uptime dei siti web, tuttavia questo stesso concetto si applica anche ai computer personali. Per esempio potresti voler controllare qual è l’uptime di un PC Windows, Mac o Linux, un’operazione che puoi fare dalle applicazioni di sistema o con un comando da terminale.

L’uptime non viene espresso come una misura di tempo e quindi in termini di ore, ma come percentuale. Deriva, infatti, dal rapporto tra la quantità di tempo in cui il sito è disponibile e il tempo totale e può essere misurato su base mensile o annuale.

In pratica questo valore ti permette di capire per quanto tempo, in termini percentuali, il sito web è stato raggiungibile nell’arco di un mese o di un anno. Più avanti in questo articolo ti mostrerò esattamente come viene calcolato.

Monitoraggio E Uptime Del Sito Web

Di contro, il tempo di inattività del sito, vale a dire la quantità di tempo in cui il sito è irraggiungibile viene chiamata downtime.

È importante sapere fin da subito che l’uptime tende idealmente verso il 100%, ma non può mai raggiungere questa soglia. Questo succede perché ci sono diverse ragioni per cui il sito può diventare irraggiungibile, vediamo quali sono le principali.

Quali sono le cause di downtime di un sito web?

I motivi di dowtime dei siti web possono essere molteplici. Innanzitutto bisogna però distinguere i problemi inaspettati dalle interruzioni programmate. Vediamo i diversi casi.

Errori del server o guasti

Un problema che fa interrompere il funzionamento del server, sia che si verifichi a livello hardware o software, può causare problemi a tutti i siti ospitati su quella macchina. Il tempo di ripristino dipende dal tipo di problema e dal piano che stai utilizzando.

Server

Se prendiamo l’esempio dei piani VPS cloud con hardware ridondato come quelli di SupportHost, in questo caso la ridondanza assicura tempi di inattività ridotti in casi di guasti perché l’istanza su cui è il tuo sito web può essere riavviata in pochi minuti su un nuovo server.

Interruzioni di corrente

Un’interruzione della corrente è un potenziale rischio per i server e di conseguenza può mandare in down i siti web. Considera però che se scegli un hosting affidabile, questa sarà un’eventualità molto rara.

I datacenter professionali dispongono, infatti, di UPS e generatori per assicurare la ridondanza elettrica e azzerare i tempi di inattività dovuti a mancanza di corrente.

Disastri naturali

Problemi improvvisi e imprevedibili come gli incendi possono causare un’interruzione dell’attività dei server. Anche in questo caso ci sono diversi sistemi per ridurre al minimo i rischi, implementando le giuste misure di sicurezza come sistemi di protezione antincendio.

Picchi di traffico e saturazione delle risorse

Ogni piano hosting ha dei limiti di risorse, se questi limiti vengono superati, il sito potrà essere temporaneamente inaccessibile. Questo può succedere sia per un errore di programmazione che porta a un uso eccessivo delle risorse destinate al piano che a un picco di traffico inaspettato.

Statistiche E Traffico Del Sito Web

In questi casi ci sono diversi modi per risolvere, per esempio se ci si rende conto che il sito ha bisogno di maggiori risorse si può fare upgrade a un piano che assicuri il funzionamento corretto, oppure se si tratta di una funzione o un plugin che sta usando le risorse, si può correggere il problema.

Attacchi hacker

Un altro evento che può rendere un sito web irraggiungibile è un attacco da parte di malintenzionati. Ad esempio gli attacchi DDoS sono eseguiti proprio allo scopo di causare un’interruzione del servizio.

Hacker

Per ridurre al minimo questo tipo di problemi è fondamentale scegliere un hosting sicuro che adotti pratiche molto rigide per proteggere i sistemi.

Manutenzione

In questo caso non si può parlare di downtime vero e proprio visto che le manutenzioni rientrano tra le interruzioni programmate. Si tratta di interventi che sono stabiliti in anticipo e che vengono programmati in orari in cui c’è poca attività per il sito proprio per evitare disservizi.

Perché si parla di uptime garantito?

In base al servizio di hosting che scegli, puoi consultare le condizioni e in particolare l’SLA (Service Level Agreement) per verificare quali sono le garanzie sull’uptime.

Se il tuo hosting ti offre una garanzia del 99,9% significa che se il tuo sito è offline per più dello 0,1% del tempo in un determinato periodo (su base annua o mensile), avrai diritto a un rimborso.

In genere l’uptime del 99,9% chiamato anche “three nines availability” è lo standard. Con un uptime del 99,9%, il dowtime mensile corrisponde a 43,83 minuti.

Per esempio su SupportHost per un piano hosting come l’hosting condiviso o hosting WordPress offriamo una garanzia del 99,9% di uptime. Questo significa che se nell’arco del mese, l’uptime garantito non è stato rispettato, avrai diritto a un rimborso del 100% per quel mese. Per i piani VPS cloud e i server dedicati il credito viene calcolato in base all’uptime rilevato.

I provider di hosting possono migliorare l’uptime dei loro server e rasentare la perfezione scegliendo l’hardware e l’infrastruttura più affidabile.

Ad esempio l’infrastruttura di SupportHost ha connessioni ridondanti e sistemi di ridondanza elettrica, inoltre su tutti i server impieghiamo solo dischi SSD NVMe che assicurano una maggiore affidabilità rispetto agli hard disk meccanici.

Come si calcola l’uptime

Per calcolare l’uptime bisogna dividere il tempo di attività del sito per il tempo totale di un determinato periodo e moltiplicare per 100 per avere il valore percentuale.

Facciamo l’esempio di calcolo dell’uptime nell’arco di un giorno. 24 ore corrispondono a 86.400 secondi, se abbiamo un uptime del 99,9% il tempo di attività sarà di 86.313,6 secondi, mentre il downtime sarà di 1 minuto e 26,4 secondi.

In questa tabella vediamo come al variare dell’uptime cambiano i tempi di inattività del sito nell’arco di un giorno, un mese e un anno.

UptimeDowtime in un annoDowtime in un meseDowtime in un giorno
99,9%8,77 ore43,83 minuti1,44 minuti
99,95%4,38 ore21,92 minuti43,2 secondi
99,99%52,60 minuti4,38 minuti8,64 secondi

Per i dati in tabella abbiamo considerato una stima di 365,25 giorni in un anno e 30,44 giorni in un mese.

Perché l’uptime è importante?

L’uptime è importante per le stesse ragioni per cui i downtime sono da evitare, i tempi di inattività possono avere un impatto negativo sull’esperienza degli utenti e di conseguenza avere delle ricadute sulla reputazione della tua attività.

In base al tipo di sito web le conseguenze possono essere più o meno gravi, ma di base ci sono queste considerazioni che dovresti fare:

  • se hai un sito in cui vendi o promuovi dei servizi, avere il sito offline significa avere una perdita economica;
  • l’impatto sulla reputazione non è da sottovalutare, avere un sito inaccessibile non è un buon biglietto da visita e fa perdere credibilità agli occhi degli utenti.

È difficile determinare quanto può costare il downtime a un’azienda, ma per avere una stima possiamo fare riferimento ai dati uno studio condotto dalla società di ricerca Forrester per conto di IBM nel 2019.

Secondo questi dati le aziende prese in esame hanno avuto in media 830 minuti di downtime in un anno (corrisponde circa al 99,84% di uptime) per una perdita economica di 5,6 milioni di dollari.

Ma veniamo a un’altra questione importante: i tempi di inattività possono avere un impatto sul posizionamento del sito? Di norma se il problema è temporaneo, non ci sarà nessuna conseguenza per il ranking.

Il problema può iniziare a presentarsi quando i tempi di inattività si prolungano per diversi giorni, anche in questo caso, però, è sempre possibile recuperare le posizioni quando la situazione si stabilizza. Puoi leggere questo approfondimento su Search Engine Journal con i consigli di John Mueller.

Vista l’importanza dell’uptime è altrettanto sapere come fare a monitorarlo sul proprio sito. In questo modo sarà possibile:

  • rilevare le inattività e di conseguenza attivarsi per identificarne le cause;
  • valutare la qualità del servizio hosting a cui ci si appoggia. Tieni presente che in base alle condizioni del provider hosting potresti avere una garanzia e un rimborso se l’uptime non corrisponde a quanto dichiarato.

Come si monitora l’uptime?

Ci sono diversi strumenti per il monitoraggio dell’uptime di un sito web.

Uptime Robot, disponibile in versione gratuita o a pagamento. Ci permette di monitorare l’uptime e ricevere delle notifiche in caso di problemi. Con la versione gratuita si può impostare un intervallo minimo di 5 minuti per i controllo e si possono lanciare 50 test in automatico.

Statuscake, ha una versione gratuita che permette di creare 10 test con un intervallo di 5 minuti. Ha anche altre funzioni come il monitoraggio della velocità di caricamento del sito e la possibilità di attivare notifiche in caso di problemi con il certificato SSL.

Site24x7, registrando un piano gratuito si ha anche la possibilità di provare le funzioni premium per 30 giorni. La versione gratuita permette di monitorare 50 siti o 25 server diversi con un intervallo di 10 minuti.

Uptime Kuma, a differenza degli altri strumenti, è self hosted, puoi quindi installarlo sulla tua VPS o server per monitorare il tempo di attività.

Vediamo come usare uno di questi strumenti per monitorare il tempo di attività del nostro sito.

Usare Uptime Robot per monitorare l’uptime del sito

Uptime Robot è uno degli strumenti più facili da usare. Possiamo usarlo nella versione gratuita per aggiungere fino a 50 siti con monitoraggi programmati ogni 5 minuti.

Con i piani a pagamento è possibile monitorare i siti ogni 60 o 30 secondi e avere altre funzioni avanzate come il controllo del certificato SSL e della scadenza del dominio. È inoltre possibile disattivare il monitoraggio durante gli intervalli di tempo corrispondenti alle manutenzioni programmate.

I piani a pagamento di Uptime Robot partono da “Solo” che costa 7€ al mese se acquistato con fatturazione annuale.

In questo caso andremo a vedere come utilizzare la versione gratuita di Uptime Robot per tenere sotto controllo l’uptime dei nostri siti web.

Per utilizzarlo per prima cosa dobbiamo collegarci al sito e registrare un account, per procedere con la creazione dell’account dovremo cliccare sul link che riceveremo all’email indicata.

Dopodiché possiamo accedere alla dashboard e aggiungere i siti cliccando su Add New Monitor.

Uptime Robot Creare Monitoraggio

Si aprirà quindi una finestra modale da cui potremo inserire le informazioni necessarie ad attivare il monitoraggio.

Per controllare l’uptime di un sito web andiamo a impostare come tipo di monitoraggio “HTTP(s)” e poi inseriamo l’URL del sito (o l’IP). L’intervallo di monitoraggio minimo che si può usare con la versione gratuita di Uptime Robot è di 5 minuti.

Attraverso il box “Select “Alert Contacts To Notify” possiamo scegliere se ricevere le notifiche via email quando c’è un problema con il sito, è anche possibile inserire altri contatti oltre a quello che abbiamo utilizzato per registrarci.

Dopo aver compilato tutto possiamo cliccare su Create Monitor.

Monitorare Uptime Con Uptime Robot

A questo punto possiamo vedere una panoramica dei controlli effettuati dallo strumento e verificare se ci sono problemi con il tempo di attività del sito. In particolare oltre a vedere in evidenza l’ultimo downtime accanto al grafico, possiamo rivedere gli eventi cliccando su All events.

Monitoraggio Uptime Del Sito Con Uptime Robot

Nel caso di down verrà riportato anche data e ora oltre a informazioni sul tipo di errore riscontrato. Per esempio mentre sto scrivendo questo articolo ci sono problemi con i server di Stackoverflow, aggiungendo il sito al monitoraggio, Uptime Robot ci segnala il down e riporta un errore 503.

Esempio Di Downtime Registrato Da Uptime Robot

Oltre alle notifiche via email si possono anche sfruttare le integrazioni con applicazioni di terze parti. Con la versione gratuita di Uptime Robot le app incluse sono: Pushover, Discord, Pushbullet, Twitter, Splunk e Google Chat.

Integrazioni Notifiche Uptime Robot

Conclusioni

Non avere un buon uptime può incidere in negativo sulla reputazione del tuo sito e sui tuoi guadagni. Per questo è importante sapere come si calcola l’uptime, quali sono le garanzie offerte dal tuo provider e come si fa a monitorare il tempo di attività del sito.

Conoscevi già gli strumenti di cui abbiamo parlato? Quali usi per monitorare l’uptime sul tuo sito? Facci sapere con un commento.


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