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SEO WordPress: 101 consigli e strategie

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Se vuoi trovare consigli per la SEO per WordPress tutti in unico posto, amerai questa guida.

Infatti troverai 101 strategie e consigli pratici su questa pagina.

Parleremo di tutti gli aspetti della SEO, dai contenuti alla ricerca di parole chiave, fino agli aspetti tecnici.

Troverai strategie da mettere subito in pratica, ma non spaventarti dalla lunghezza di questa lista. Non avrai bisogno di mettere in pratica tutto per iniziare a vedere dei risultati.

Iniziamo!

Table of Contents

Seo WordPress Consigli E Strategie

Comincia dalle basi della SEO per WordPress

Impostare la Search Console

Aggiungi il sito alla Google Search Console. In questo modo potrai misurare il traffico che arriva al tuo sito da Google, sapere quali contenuti vengono più cliccati e per quali query di ricerca.

Aggiungi Proprieta Google Search Console

Inoltre potrai ricevere avvisi nel caso ci siano problemi con la scansione o l’indicizzazione delle pagine del tuo sito web.

Impostare Webmaster Tools di Bing

Collegando il sito ai Webmaster Tools di Bing potrai ricavare dati dal traffico che arriva al tuo sito dal motore di ricerca di Microsoft.

Importa Sito Da Search Console A Bing

Anche in questo caso, come con la Search Console, avrai accesso a report che ti permetteranno di capire come le persone arrivano al tuo sito web.

Aggiungere un sistema di analitiche

I due strumenti che abbiamo appena menzionato, Search Console e Webmaster Tools, ti permettono di avere un’idea del traffico organico, vale a dire quello proveniente dai motori di ricerca.

Rapporto Visite Matomo

Ricorda, però, che le persone possono raggiungere il tuo sito anche con altri metodi: da collegamenti sui social o su altri siti, o direttamente se conoscono già l’indirizzo. Per avere quindi una panoramica completa del traffico che arriva verso il tuo sito, potresti considerare di utilizzare un sistema di tracciamento come Google Analytics o Matomo.

SEO On-page

Installare un plugin SEO per WordPress

Plugin SEO per WordPress come Rank Math e Yoast SEO ti rendono la vita più facile. Come vedremo nei consigli successivi, infatti, attraverso questi plugin potrai ottimizzare in maniera più rapida i contenuti delle pagine del sito.

Metabox Di Rank Math Gutenberg

Inoltre questi plugin ti aiutano a risolvere delle questioni tecniche, come l’invio della sitemap o l’implementazione dei reindirizzamenti, di cui torneremo a parlare sempre dopo.

Usare URL corti e semplici

Gli URL delle pagine dovrebbero essere corti e contenere solo lo stretto necessario a descrivere la pagina.

È meglio evitare caratteri speciali, ed è sempre bene separare le parole con un trattino (-) e mai con un trattino basso (_).

Usare la parola chiave nell’URL

L’URL dovrebbe contenere la parola chiave per la quale ci vogliamo posizionare. L’importante è in ogni caso che l’URL contenga parole semplici che abbiano senso e che descrivano il contenuto della pagina o dell’articolo.

Per esempio se faccio una guida a WordPress, potrebbe essere l’ideale utilizzare un URL di questo tipo:

ilmiosito.com/guida-wordpress

Un esempio di URL non descrittivo potrebbe essere:

ilmiosito.com/guida124

Questo tipo di URL, infatti, non sta descrivendo il contenuto dell’articolo.

Scrivere un title ottimizzato

Il “title” o titolo SEO è il titolo che verrà mostrato nella pagina dei risultati di ricerca quando il nostro sito comparirà nei risultati. Fai attenzione perché il title e il titolo dell’articolo non sono la stessa cosa, potresti infatti, anche variarli e usare un title diverso rispetto al titolo che verrà mostrato nell’articolo.

Differenze Tra H1 E Tag Title

Per quanto riguarda il title dovresti inserire la parola chiave per cui stai cercando di posizionarti. Se possibile, cerca di iniziare il titolo con la parola chiave. Le parole più a sinistra hanno, infatti, una maggiore rilevanza.

Scrivere la meta descrizione della pagina

La meta descrizione o meta description è il breve testo che compare sotto il titolo nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca. Il contenuto della descrizione non ha un impatto diretto sul posizionamento, ma può fare la differenza per il lettore.

Meta Description

La descrizione ti aiuta ad ampliare quello che hai inserito nel titolo, aggiungendo informazioni in più che possano invitare il lettore a cliccare. Il compito qui è di creare aspettativa nel lettore. Attenzione però a non promettere informazioni o contenuti che poi non saranno effettivamente presenti nella pagina (in stile clickbait).

Tieni presente che Google può utilizzare anche una meta descrizione diversa da quella che abbiamo inserito, andando a pescare parti del testo in base alla query fatta dagli utenti. Puoi approfondire leggendo questo studio di SEJ.

Controllare la lunghezza di title e description

Se vuoi che il titolo e la descrizione siano mostrati correttamente e non vengano troncati, devi fare attenzione al numero di caratteri (e pixel) che hai a disposizione.

Qui ci vengono in soccorso i plugin SEO per WordPress di cui parlavamo prima. Quando inseriamo titolo e descrizione ci viene indicato se la dimensione è corretta o se vanno accorciati.

Esempio Di Meta Descrizione Troppo Lunga Yoast Seo
In questo esempio, Yoast ci indica che la meta descrizione inserita è troppo lunga.

Inserire la parola chiave all’inizio del contenuto

Questa regola SEO, come molte di quelle qui elencate, risponde in realtà sia a Google che alle persone che leggono.

Se ho appena aperto un risultato di Google dopo aver cercato “come preparare la carbonara”, mi aspetto che l’articolo inizi parlando appunto di come fare la ricetta. Per questo motivo è importante che la parola chiave, l’argomento di cui stiamo parlando, sia menzionato all’inizio del contenuto, diciamo nell’introduzione.

Usare sinonimi

Qui entra in gioco anche il buon senso. Nessuno vuole leggere un articolo ripetitivo in cui viene sempre ripetuta la stessa parola.

Meglio invece usare sinonimi, parole correlate.

Considera che Google non si limita a cercare una corrispondenza esatta tra quello che scriviamo e quella che è la query degli utenti, ma sa “comprendere” i sinonimi e l’argomento trattato.

Evitare il keyword stuffing

Anni fa si era diffusa la pratica di ripetere un determinato numero di volte una parola chiave all’interno di una pagina per cercare di manipolare il posizionamento. Inutile dire che oggi questa tecnica non ha nessun risultato, se non quello di fare scappare via il lettore.

Evitare il “testo nascosto”

Ci sono diversi metodi per inserire del testo nascosto in una pagina. Per esempio modificare la dimensione del testo, usare lo stesso colore dello sfondo della pagina oppure inserire il testo dietro un’immagine.

Lo scopo è quello di far sì che il testo venga visto dai motori di ricerca e non dai lettori e l’obiettivo ultimo è quello di manipolare il posizionamento.

C’è poi anche il cloacking che consiste nel far vedere un contenuto completamente diverso agli utenti e ai motori di ricerca.

Queste tecniche oltre ad essere infruttuose, possono anche portare a una penalizzazione da parte dei motori di ricerca.

Usare correttamente i tag di intestazione

I tag di intestazione o heading tag ci aiutano a strutturate il contenuto della pagina. È importante rispettare la gerarchia dei tag. In genere il tag h1 si utilizza solo per il titolo dell’articolo e se ne utilizza solo uno.

Titoli Tag Html Da H1 A H6

Le sezioni possono essere create poi con i tag h2 e se vogliamo inserire sotto-sezioni possiamo usare i tag h3. Se volessimo creare una sotto-sotto-sezione useremmo i tag h4 e così via. L’importante è rispettare una logica, proprio come succede nei capitoli di un libro.

Suggerimento pratico: nell’editor di WordPress clicca su Riepilogo del documento > Struttura per vedere tutti i tag che hai inserito nella pagina (h2, h3, ecc.)

Riepilogo Documento Struttura WordPress

Rendere i testi leggibili

Ci sono diversi modi per migliorare la leggibilità di un testo. Ecco alcuni consigli pratici:

  • usa la formattazione per mettere in evidenza alcune parti del testo (grassetti, corsivi, ecc);
  • inserisci nel testo elementi che spezzano la continuità. Ad esempio usando immagini e liste.
  • Usa un font che sia leggibile. Questo strumento di Readability Matters ti permette di capire come cambia la leggibilità usando font diversi e modificando le dimensioni del testo.

La lunghezza perfetta…

Sto per svelarti qual è la lunghezza perfetta di un articolo di un blog.

Prima di leggere, però, prova a indovinare.

La realtà è che non c’è una lunghezza minima, né una lunghezza ideale. Se vuoi creare un contenuto fatto bene, allora hai raggiunto la lunghezza giusta quando quello che hai scritto è stato esaustivo.

TL;DR: allungare il brodo non ti aiuterà a scalare le posizioni su Google.

I link interni sono tutti i collegamenti che inserisci da una pagina all’altra del tuo sito web. I link interni sono importanti perché permettono a Google di trovare nuove pagine del tuo sito.

Inoltre con i link trasferisci autorità da una pagina all’altra, si parla proprio di link juice.

Inserire link interni verso una pagina che hai appena creato, può quindi migliorare il posizionamento della nuova pagina. Specialmente se l’origine del link proviene da una pagina che è già ben posizionata.

Abbiamo appena parlato dei link interni. I link esterni, invece, sono tutti i collegamenti che inserisci sul tuo sito per rimandare ad altre risorse nel web su siti differenti.

Spesso si tende a sottovalutare i link esterni. In realtà se stiamo inserendo un link verso una risorsa di valore, un approfondimento, uno strumento utile, inserire un link non farà che migliorare l’esperienza degli utenti.

Quando inseriamo un link nel nostro sito, possiamo applicare un attributo rel. Questi attributi servono a “qualificare” il link.

Struttura Link Con Attributo Rel

Per impostazione predefinita, i link che non hanno attributo “nofollow“, sono in grado di trasferire autorità da una pagina all’altra.

Ti basta pensare ai link come a un voto. Se io inserisco un link dal mio sito verso una pagina del tuo sito, è come se stessi dicendo che “approvo” quella pagina.

Google considera questi “voti” come fattori di posizionamento.

Oltre all’attributo nofollow, ci sono anche degli attributi che Google ha introdotto più di recente per classificare altre tipologie di link.

Ad esempio l’attributo sponsored dovrebbe essere usato per link pubblicitari (Google li definisce proprio link a pagamento). Mentre l’attributo ugc dovrebbe essere inserito ai link di contenuti creati dagli utenti (ad esempio ai link nella sezione commenti).

Ricerca parole chiave

Usare Google Suggest

Avrai sicuramente notato che quando inizi a digitare una query su Google ti compaiono dei suggerimenti. Si tratta delle previsioni di completamento automatico che ti vengono mostrate in base alle ricerche di altri utenti. Ecco un esempio:

Esempio Di Google Suggest

Questo sistema ti permette di trovare parole chiave a coda lunga (long tail keyword) vale a dire parole chiave o frasi correlate a un argomento principale.

Puoi fare una ricerca anche su Bing e su YouTube per vedere i suggerimenti.

Usare Google Keyword Planner

Lo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google è pensato per le campagne Ads.

In realtà, però, può essere anche usato come strumento per la SEO perché ti permette di individuare parole chiave correlate alla tua attività.

Questo strumento ci permette anche di vedere dei volumi medi di ricerche mensili per una determinata keyword.

Fare una ricerca nelle community

Quando stai cercando un argomento da trattare, non limitarti a fare una ricerca sui motori di ricerca. A volte community come Reddit o i gruppi Facebook possono essere una miniera d’oro di idee.

Ci sono anche tool che ci semplificano la ricerca. Ad esempio ci sono strumenti come quello di HigherVisibility che ci permettono di trovare una lista di parole chiave da uno specifico subreddit.

Sfruttare tutti gli strumenti di Google per sapere cosa cercano le persone

Abbiamo parlato prima dei suggerimenti di Google. Google, però, ci dà anche un altro potentissimo strumento per alcune ricerche.

Si tratta del box “Le persone hanno chiesto anche” che ti mostro qui.

Esempio Le Persone Hanno Chiesto Anche Seo

In questo box Google raccoglie le domande che le persone cercano più di frequente. È ottimo, quindi, per capire meglio l’intento di ricerca.

Integrare la ricerca con Answer the public

Oltre a cercare direttamente sui motori di ricerca, ci sono anche strumenti appositi che ci permettono di trovare le domande più frequenti rispetto a un argomento.

Answer the public è un ottimo tool che ci permette di espandere un argomento trovando tutte le domande inerenti.

Esempio Di Ricerca Con Answer The Public

Trovare parole chiave a coda lunga

Le long tail keyword di cui abbiamo parlato prima, sono parole chiave formate da più di 3 o 4 parole. Per trovarle possiamo usare diversi tool, ecco un esempio pratico.

KeywordSheeter (keywordsheeter.com) è uno strumento che a partire da una parola ci aiuta a trovare tutte le correlate. Questo strumento utilizza l’auto-completamento di Google e di altri motori di ricerca.

Esempio Di Keyword Sheeter

Trovare i volumi di ricerca

Per capire quanto una parola chiave viene cercata, ci vengono in aiuto i dati. Proprio come abbiamo visto prima parlando dello strumento di pianificazione delle parole chiave, ci sono anche altri strumenti che ci permettono di trovare i volumi di ricerca.

Molti strumenti sono a pagamento e hanno una versione gratuita limitata.

Ecco alcuni esempi di strumenti che puoi usare anche in versione gratuita: Ubersuggest, Ahrefs e Semrush. I primi due non richiedono di registrarti.

Ubersuggest Ricerca Parole Chiave

Controllare la Keyword Difficulty

Trovare una chiave di ricerca che ha un buon volume non è sufficiente. Qui entra in gioco un altro elemento, chiamato keyword difficulty. Con questo termine si indica quanto è difficile posizionarsi per una determinata parola chiave.

Aldilà dei numeri che ti vengono forniti dagli strumenti, ci sono delle regole base.

Sarà più difficile posizionarsi quanto più:

  • i siti che si posizionano per quella chiave sono autorevoli,
  • la parola chiave è più generica.

Puntando su parole chiave più specifiche, come le long tail keyword di cui parlavamo prima, e su argomenti su cui c’è meno concorrenza, si avranno le maggiori probabilità di successo.

Ad ogni modo gli strumenti di ricerca di parole chiave ci danno un valore numerico che ci aiuta a capire in linea generale quanta competizione c’è per una parola chiave.

Nota: ogni strumento può chiamare questo valore in maniera diversa. Ad esempio Ubersuggest la indica come SEO difficulty.

Keyword Difficulty Di Ubersuggest

Per trovare argomenti popolari in questo momento o argomenti in crescita, si può usare uno strumento come Google Trends.

Questo strumento mostra l’andamento delle ricerche nel tempo e ci può anche aiutare a individuare la stagionalità di alcune ricerche. Per approfondire nel dettaglio questo strumento ti invitiamo a leggere la nostra guida completa su come usare Google Trends.

Spiare la concorrenza

Gli strumenti SEO ci permettono di paragonare diversi domini per trovare le parole chiave per cui i competitor si stanno posizionando e noi no. Questo può essere un metodo rapido per trovare idee per argomenti da trattare.

Analisi Competitor Ubersuggest
Ubersuggest ci permette di trovare competitor in base alle parole chiave.

Ottimizzare i contenuti di un blog

Pensare in termini di intento di ricerca

L’intento di ricerca è, in parole molto semplici, quello che le persone stanno veramente cercando quando digitano qualcosa su Google.

In alcuni casi ci possono essere intenti diversi che corrispondono a un’unica query, ma ci sono casi in cui l’intento di ricerca è facile da riconoscere. Vediamo degli esempi.

Se qualcuno cerca “YouTube” o “Twitter” è molto probabile che voglia raggiungere quello specifico sito, in questo caso si parla di ricerche navigazionali.

Per una ricerca “come posizionarsi su YouTube”, invece, l’utente vuole ottenere informazioni su un determinato argomento e, in questo caso, si parla di intento informazionale.

La base per strutturare il contenuto è quindi partire proprio dai risultati che Google mostra per una specifica query. In questo modo si può creare una pagina che risponda esattamente all’intento di ricerca.

Tipologie di contenuti che funzionano

Entriamo più nel dettaglio e parliamo di articoli di blog. Ottimizzare un contenuto non significa solamente aggiungere qua e là qualche parola chiave. Tutto parte dalla struttura stessa del contenuto.

Ci sono diversi formati che possiamo usare come base, quale scegliere dipende sempre dall’intento di ricerca che vogliamo intercettare.

Ecco alcuni semplici esempi:

  • guida completa (es. come usare la Search Console);
  • lista (10 strumenti per la ricerca di parole chiave);
  • casi studio (Come aumentare i click del 325%).

Creare contenuti di valore

Le pagine e gli articoli che creiamo dovrebbero essere create in modo da rispondere all’intento di ricerca. Che sia risolvere un problema o dare l’informazione cercata, è importante che il contenuto raggiunga il suo scopo.

Creare un contenuto di valore significa anche cercare di essere dettagliati e accurati andando a cercare informazioni affidabili e aggiornate.

Creare contenuti evergreen

Nei consigli precedenti abbiamo parlato di come individuare i trend con strumenti come Google Trends. Dall’altra parte, però, ci sono anche i cosiddetti contenuti evergreen.

Si tratta di contenuti che continuano a ricevere traffico nel tempo, anche anni dopo la loro pubblicazione iniziale.

Per approfondire e capire quali contenuti funzionano meglio, ti suggerisco di leggere questo caso studio di Backlinko sui contenuti evergreen.

Usare la tecnica del grattacielo

Parlando di contenuti che funzionano bene, Brian Dean di Backlinko ha sviluppato la sua personale tecnica Skyscraper partendo dal concetto di creare dei contenuti che fossero 10 volte meglio rispetto al migliore contenuto sullo stesso argomento.

Ti ho incuriosito? Puoi approfondirla direttamente dal suo blog. Nota che il concetto di “10x content” è stato introdotto inizialmente da Moz.

Aggiornare le risorse pubblicate

Abbiamo appena parlato di risorse evergreen, ma naturalmente le informazioni che riportiamo spesso possono cambiare nel tempo.

È importante, quindi, mantenere i contenuti aggiornati.

Eliminare le pagine con poco contenuto

Alcune risorse vengono definite thin content. Si tratta di quelle pagine web che offrono poco o nessun valore ai visitatori.

Tutte le pagine che hanno contenuto scarso, possono rientrare in questa categoria. Andiamo però a vedere degli esempi particolari e più specifici.

De-indicizzare le pagine di tag e categorie

Se hai già familiarità con l’ecosistema WordPress, saprai che quando aggiungi un tag o una categoria, viene creata in automatico una pagina.

Il problema è che queste pagine spesso non vengono realmente usate e non hanno utilità.

Se questo è il caso del tuo sito, puoi aggiungere il tag noindex in modo che queste pagine non siano inserite nell’indice dei motori di ricerca.

Come mettere in pratica questa regola SEO: con un plugin come Rank Math puoi attivare l’opzione per mettere in automatico il tag noindex a tutte le pagine di tag e categorie.

Eliminare le pagine archivio

Lo stesso discorso che abbiamo appena visto si può applicare anche alle pagine di archivio. Se non hanno una reale utilità, puoi eliminarle o de-indicizzarle.

Controllare i post di scarsa qualità

Se hai contenuti obsoleti o poco utili, contenuti che non ricevono traffico e che non ha senso aggiornare, potresti valutare se eliminarli.

Fare attenzione alla cannibalizzazione delle parole chiave

La cannibalizzazione delle parole chiave o keyword cannibalization si verifica quando più pagine dello stesso sito cercano di posizionarsi per la stessa parola chiave.

Questo può succedere quando creiamo più articoli sullo stesso argomento.

Alcuni strumenti che abbiamo visto prima, tra cui Semrush, ci permettono di trovare le URL che stanno competendo per le stesse chiavi di ricerca.

Dopo averle individuate bisogna analizzare qual è la strategia migliore. Per esempio si potrebbero unire i contenuti in un unico articolo per creare una risorsa più completa e approfondita.

Per alcune query la posizione zero è rappresentata da un featured snippet o snippet in primo piano. Rispetto ai tradizionali risultati di ricerca, lo snippet in evidenza è un box che può mostrare una lista, una definizione o anche una tabella.

Esempio Di Snippet In Primo Piano Google

Quando trovi una query che mostra un featured snippet, puoi vedere che tipo di risultato viene mostrato (ad esempio una spiegazione o una lista). Il primo passo, quindi, è includere quel tipo di formato nella tua pagina.

Ottimizzare le immagini

Scegliere il formato giusto

Come saprai ci sono diversi tipi di immagini, come ad esempio jpg, png, svg o webp.

In base all’immagine che vogliamo mostrare dobbiamo scegliere il tipo di file più adatto.

Per esempio per mostrare delle foto ad alta risoluzione, ad esempio per un portfolio, sarebbe più indicato usare il formato jpg.

Per i loghi, il formato più consigliato è l’svg.

Bisogna anche tenere in considerazione che i file WebP ci permettono di ridurre le dimensioni della pagina e quindi per la maggior arte delle immagini possono essere la soluzione ideale. Ma entriamo più nei dettagli, con il prossimo suggerimento.

Ridimensionare e comprimere le immagini

In una pagina web, le immagini possono essere il fattore che più incide sui tempi di caricamento.

Questo problema può però essere evitato andando a verificare la dimensione dell’immagine. Molto spesso, infatti, si fa questo errore:

la dimensione delle immagini che carichiamo è molto più grande rispetto alla reale dimensione dell’immagine mostrata nella pagina.

Per un esempio pratico, se stiamo visualizzando nella pagina l’immagine a 500 x 500 pixel, non ha senso caricare un’immagine che abbia dimensioni 3.000 x 3.000 pixel.

PageSpeed Insight ci aiuta a trovare le immagini di dimensioni errate.

Pagespeed Insight Dimensioni E Formato Immagini

Oltre a ridimensionare le immagini, possiamo anche comprimerle per ridurre il loro peso. Esistono diversi strumenti, ad esempio tool online come Optimizilla, o plugin come ShortPixel.

Ma che a che fare l’ottimizzazione delle immagini di WordPress con la SEO?

In questo caso c’è una correlazione indiretta, immagini ottimizza più leggere e compresse migliorano la velocità del sito e di conseguenza hanno impatto sia sul ranking che sull’esperienza degli utenti.

Rinominare adeguatamente le immagini

Prima di caricare un’immagine sul nostro sito WordPress, dovremmo rinominarla in maniera corretta.

Qui vale la stessa regola degli URL che abbiamo visto all’inizio di questa lista.

Il nome dei file immagine dovrebbe essere semplice e descriverne il contenuto. Questa è la prima delle ottimizzazioni delle immagini per la SEO, vediamo cos’altro possiamo fare.

Aggiungere il testo alternativo alle immagini

Il testo alternativo o alt text delle immagini ha due funzioni.

Da una parte aiuta i motori di ricerca a capire il contenuto delle immagini, dall’altra, e questo è il motivo più importante per cui dovresti compilarlo correttamente, è indispensabile per gli utenti.

Grazie al testo alternativo, infatti, chi visita il tuo sito con l’ausilio di uno screen reader, può comprendere il contenuto dell’immagine.

Ricorda anche che l’alt text viene mostrato ogni volta che l’immagine non può essere caricata.

Aggiungere una didascalia alle immagini

Anche in questo caso le didascalie non hanno un diretto impatto sulla SEO.

Aggiungendo una didascalia alle tue immagini, però, puoi fornire ai lettori delle informazioni importanti andando a migliorare l’esperienza dell’utente.

Usare immagini originali

Può essere utile inserire contenuti visuali originali nei nostri articoli, per esempio foto, infografiche o grafici.

Creare una sitemap per le immagini

Una sitemap XML delle immagini è una lista di tutte le immagini sul tuo sito web.

Avere una sitemap aiuta i motori di ricerca a trovare più facilmente le immagini. Ne parleremo più nello specifico nel capitolo dedicato alla SEO tecnica.

Ottimizza le immagini per la condivisione sui social

Tramite i tag Open Graph puoi decidere come appariranno le immagini quando vengono condivise sui social. In questo modo puoi decidere se mostrare un’immagine diversa associata a un articolo.

Esperienza utente

Comprendere e migliorare il CTR

Il CTR (Click-Through-Rate) è dato dalla quantità di click che una pagina riceve diviso per il numero di volte che viene visto.

In pratica è la percentuale di click rispetto alle impressioni.

Se una pagina viene vista 1.000 volte e riceve 10 click, il CTR sarà dell’1%.

Possiamo ricavare tutti i dati sul CTR delle nostre pagine, nonché quello medio del sito, dalla Search Console.

Ricorda che il CTR dipende dalla posizione dei risultato nella SERP. I risultati nelle prime posizioni avranno più click di quelli più in basso.

Passiamo al dunque, come si migliora il CTR?

Te lo spiego nei prossimi tre suggerimenti.

Aggiungere una meta descrizione alle pagine

Aggiungere o riscrivere la meta descrizione delle pagine è utile soprattutto quando la pagina ha un buon posizionamento (esempio è nelle prime 5 posizioni), ma ha un CTR basso.

Ricorda che ogni pagina dovrebbe avere una meta descrizione unica.

Usare uno schema per i rich snippet

I rich snippet sono informazioni aggiuntive che vengono mostrate nei risultati di ricerca. Possono essere valutazioni delle recensioni, tempo o difficoltà di una ricetta e così via.

Rich Snippet Valutazione
Esempio di rich snippet che mostra le recensioni.

La presenza di questi elementi può far aumentare il CTR.

Per far sì che vengano mostrati i rich snippet bisogna aggiungere i dati strutturati in base alla tipologia di contenuto, ad esempio usando lo schema di dati strutturati per le ricette o per le recensioni. Anche in questo caso plugin come Rank Math SEO ci semplificano il lavoro.

Migliorare il title delle pagine

In alcuni casi aggiungere elementi come l’anno di pubblicazione dell’articolo al titolo, può avere un impatto positivo sul tasso di click.

Anche provare a modificare il titolo con altri elementi può invogliare le persone a scegliere di aprire il tuo sito rispetto agli altri.

Ecco alcuni esempi: “12 strumenti per la SEO” potrebbe diventare “12 strumenti gratuiti per la SEO”. Oppure “12 mete per San Valentino” potrebbe diventare “12 mete economiche per San Valentino”.

Analizzare il bounce rate

Con bounce rate o frequenza di rimbalzo si indica la percentuale di utenti che visita una sola pagina e poi lascia il sito web.

Se hai un bounce rate elevato, può essere utile analizzare la pagina per capire il motivo.

Per esempio le persone potrebbero non trovare quello che stavano cercando, dovresti chiederti:

  • Il contenuto risponde all’intento di ricerca? Per esempio titoli clickbait possono promettere contenuti che non rispecchiano poi le informazioni all’interno dell’articolo.
  • Le informazioni sono aggiornate?

Anche la presenza di pop-up o annunci pubblicitari eccessivi può rovinare l’esperienza dell’utente e portarlo ad abbandonare il sito.

Comprendere il tempo di permanenza sulla pagina

Quando una persona clicca su un risultato di ricerca e non trova quello che sta cercando, può tornare indietro alla pagina dei risultati.

Questo comportamento viene preso in considerazione da Google come un segnale negativo.

Viceversa, invece, un maggior tempo di permanenza su quella pagina può dare un segnale positivo a Google.

Strumenti di analisi come Analytics o Matomo ci possono dare indicazioni sul tempo che i visitatori passano sul nostro sito. Di conseguenza possiamo sfruttare queste informazioni per capire se è necessario migliorare le pagine.

Ad esempio un sito lento a caricare o contenuto di scarso valore, possono portare le persone ad abbandonare il sito anche dopo pochi secondi.

Misurare la velocità del sito web

Idealmente il tuo sito dovrebbe caricare in 2 secondi. Se il tuo sito impiega più tempo, è arrivato il momento di velocizzare WordPress.

La velocità di caricamento ha un impatto molto importante sull’esperienza degli utenti.

Le persone non vogliono aspettare che il tuo sito carichi e non lo faranno, piuttosto andranno a cercare un altro sito.

Se hai un sito WordPress lento, aumenterà anche il bounce rate e questo sarà un segnale negativo per i motori di ricerca e di conseguenza per il tuo posizionamento.

Migliorare i Core Web Vitals

I Core Web Vitals sono delle metriche ideate da Google per valutare le prestazioni di un sito e l’esperienza degli utenti.

Nella Search Console puoi controllare il report e individuare eventuali problemi.

Core Web Vitals Lcp
Core Web Vitals Fid
Core Web Vitals Cls

Ricorda che queste metriche non vanno a misurare direttamente la velocità di caricamento complessiva della pagina, ma l’esperienza complessiva delle persone.

Misurano infatti sia quanto impiega il sito a caricare (LCP) ed essere interattivo (FID) che il modo in cui viene mostrato all’utente durante il caricamento (CLS).

Capire l’importanza della posizione del server

Questo aspetto tecnico ha a vedere con la velocità di caricamento del sito, di cui abbiamo già parlato in precedenza.

Quando scegliamo il servizio di hosting, dovremmo scegliere la posizione del server in base alla posizione del nostro pubblico di riferimento.

Per esempio se il mio pubblico proviene quasi totalmente dall’Italia ha senso scegliere un server in Europa piuttosto che uno negli Stati Uniti. In questo modo si avranno tempi di caricamento ridotti.

Usare una CDN

Ci sono casi in cui il nostro pubblico non è ristretto a una sola area geografica.

Se abbiamo un sito web che viene visitato da persone in paesi molto distanti, ad esempio Italia e Stati Uniti, può essere utile utilizzare una CDN.

Le CDN o reti di distribuzione dei contenuti ci aiutano a ridurre i tempi di caricamento servendo ai visitatori pagine memorizzate in cache. Un esempio è la CDN di CloudFlare.

Attivare la compressione GZIP

Un altro sistema per migliorare i tempi di caricamento del tuo sito è usare la compressione GZIP.

Su SupportHost la compressione GZIP è attiva in automatico.

Usare un sistema di cache

Usare un plugin o la cache lato server ci permette di ridurre il tempo di caricamento del nostro sito.

Nella pratica questo sistema ci permette di memorizzare parte dei contenuti della pagina in modo da mostrare la pagina ai visitatori in un tempo ridotto.

Migliorare la versione mobile del sito

Molte delle visite al tuo sito provengono da dispositivi mobili. In base all’ambito le visite da mobile potrebbero essere anche maggiori rispetto a quelle da desktop.

Di conseguenza devi assicurarti che il sito sia fruibile anche da mobile. Questo significa assicurarti che sia facile da usare, abbia una velocità di caricamento ridotta e tutto quello che abbiamo visto finora.

Monitorare i commenti

Questo vale soprattutto per un blog. La sezione dei commenti può essere molto utile perché arricchisce l’esperienza degli utenti.

Le domande e le risposte nei commenti possono aumentare il valore di una risorsa e il tempo di permanenza delle persone sul tuo sito.

Dall’altra parte però dovresti anche assicurarti che i commenti non vengano usati per fare spam. Usare un plugin anti spam come Akismet può aiutarti a evitare questi commenti non graditi in automatico.

SEO Off-page

I backlink sono i link che altri siti web inserisco verso il tuo.

Google utilizza i backlink come fattore di posizionamento, basandosi sull’assunto che se un contenuto viene menzionato e linkato da molti altri siti, allora è di valore.

Ovviamente non è una considerazione così semplice, perché bisogna ricordare che non tutti i backlink hanno lo stesso valore.

Per questo nella link building sentirai spesso parlare di backlink di qualità. In breve un backlink di qualità deve provenire da un sito autorevole e pertinente, vale a dire legato allo stesso argomento del tuo sito.

Per capire come ottenere più backlink, bisogna studiare quali sono i contenuti di successo.

Un ottimo esempio è dato dai contenuti originali, pensa ad esempio ai casi studio o ricerche originali.

Anche i contenuti completi e approfonditi, come le guide complete e le liste estese di cui abbiamo parlato prima, sono esempi di risorse che attirano più link in ingresso.

Ci sono anche piattaforme come HARO che ti permettono di entrare in contatto con giornalisti alla ricerca di fonti per il loro settore di riferimento.

Guest post

Con un guest post si pubblica un articolo su un altro blog o sito web. In questo modo si possono avere più benefici: entrare in contatto con un nuovo pubblico e ottenere un link che rimandi al proprio sito o blog.

Non serve precisare che bisogna scegliere in maniera accurata i siti in modo che siano sempre pertinenti con la nostra attività.

Tenere traccia delle menzioni

È importante tenere sotto controllo ogni volta che il tuo sito o il tuo brand viene menzionato.

Per farlo si possono usare diversi strumenti tra cui Google Alert che ti manderà un avviso ogni volta che il tuo brand viene menzionato.

Google Alert

Le menzioni sono importanti perché contribuiscono al livello di E-E-A-T (esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità). Approfondisci con questa guida di Google alla creazione di contenuti utili.

In alcuni casi potresti provare a trasformare le menzioni in link verso il tuo sito. Il processo consiste nel trovare le menzioni prive di link e provare a contattare i proprietari del sito per chiedere un link.

Puoi approfondire con questa guida di Ahrefs.

Questa tecnica consiste nello scovare link rotti (che portano a pagine non più esistenti o raggiungibili) e proporre il nostro contenuto come “link di rimpiazzo”.

Nella pratica bisogna ricercare link esterni non più funzionanti e poi contattare i proprietari del sito in modo da proporre loro un link sostitutivo.

Anche in questo caso è importante trovare siti e pagine pertinenti col proprio sito. Inoltre bisogna avere una risorsa ideale che le persone siano realmente interessate a linkare.

Gli schemi di link o link spam sono tutti quei sistemi che rientrano in questi esempi:

  • Acquistare o vendere link.
  • Scambio di link tra pagine.
  • Creazione di link in maniera automatizzata.
  • Link da directory di siti di bassa qualità.
  • Link nascosti o in temi / footer di più siti.

In particolare per i link acquistati o venduti, Google specifica che si dovrebbe utilizzare l’attributo adeguato: sponsored.

SEO Tecnica

Impostare la struttura degli URL

Per impostazione predefinita, WordPress imposta la struttura degli URL per gli articoli con questo schema:

dominio.com/anno/mese/giorno/nome-articolo/

L’ideale, invece, è utilizzare una struttura che sia più semplice possibile, per esempio:

dominio.com/blog/nome-articolo/

Impostare I Permalink Per Un Blog WordPress

In base alla struttura del sito e del blog si può anche includere nell’url il percorso della categoria di appartenenza dell’articolo, ad esempio:

dominio.com/categoria/nome-articolo/

Come indicazione di base, bisogna ricordare che l’URL dovrebbe essere descrittiva e rappresentare il contenuto della risorsa.

Stabilire l’architettura del sito

La struttura del sito è data dalle pagine che lo compongono. La pagina principale, l’home page, è la radice del nostro sito.

Architettura Sito

Da questa poi partono le pagine collegate direttamente all’home page e le sottopagine.

Quando creiamo un sito web è importante delineare dall’inizio questa struttura in modo che sia ben organizzata e che non si vadano a creare le cosiddette pagine orfane, vale a dire pagine che non hanno nessun link interno che le colleghi.

Usare i breadcrumb

I breadcrumb sono collegamenti che da una sotto-pagina ci permettono di risalire alle categorie superiori.

La presenza dei breadcrumb aiuta le persone a navigare sul sito e permette anche ai motori di ricerca di comprendere meglio l’architettura del sito.

Verificare lo stato di accessibilità e indicizzazione delle pagine

La Search Console ci permette di accedere al report Indicizzazione da cui possiamo vedere quante pagine sono indicizzate e quante no.

Indicizzazione Pagine Analisi Seo

Affinché le pagine vengano indicizzate, devono prima essere scansionate.

Questo report è importante per un’analisi SEO perché ci aiuta a capire se ci sono problemi che impediscono la scansione o l’indicizzazione delle pagine come la presenza di tag noindex o risorse bloccate tramite file robots.txt.

Inoltre ci aiuta a trovare errori 404 e a individuare errori del server.

Usare uno strumento di crawling

Strumenti come Screaming Frog ci permettono di fare una scansione del sito (gratuita fino a 500 URL).

In questo modo possiamo capire se le pagine sono accessibili e individuare errori.

Errore 404 Screaming Frog

Testare i singoli URL

La Search Console ci permette anche di verificare l’indicizzazione di una singola pagina grazie alla barra “Controlla URL”.

Search Console Controlla Url

Usare correttamente il file robots.txt

Con il file robots.txt decidiamo a quali crawler consentire l’accesso alle sezioni del nostro sito.

Modifica File Robots Txt Rank Math
Plugin come Rank Math ci permettono di modificare direttamente il file robots.txt.

In questo modo possiamo bloccare le pagine che non vogliamo siano pubbliche ed evitare che alcune pagine vengano inserite nell’indice dei motori di ricerca.

Usare la connessione sicura HTTPS

Dovresti assicurarti che il tuo sito sia raggiungibile solo tramite protocollo HTTPS.

Puoi seguire questa guida per passare da http a https conWordPress.

Impostare una sola versione del sito (www o non www)

Quando fai il passaggio da http a https, devi assicurarti di reindirizzare correttamente il sito. In questo modo i motori di ricerca riconosceranno una sola versione del sito.

Allo stesso modo devi fare attenzione a impostare i reindirizzamenti correttamente in modo che i motori di ricerca non considerino la versione www e non www del tuo sito come versioni separate.

Controllare che non ci siano mixed content

Quando una pagina è raggiungibile tramite protocollo https, ma alcune risorse della pagina vengono caricate con una connessione non protetta (http) si parla di errore di contenuti misti o mixed content.

La presenza di risorse caricare via http, fa sì che nel browser compaia un avviso che mostra che il sito non è sicuro. Usando uno strumento WhyNoPadlock si può capire cosa sta generando l’errore.

Creare la sitemap XML

La sitemap è una sorta di mappa del tuo sito, si tratta di una lista che contiene tutti i link delle pagine del tuo sito web.

Ci sono diversi modi di creare una sitemap per un sito WordPress, la soluzione più rapida è quella di usare un plugin come Rank Math.

Puoi creare una sitemap XML da inviare ai motori di ricerca e una sitemap HTML per avere un formato leggibile per gli utenti.

Inviare la sitemap tramite la Search Console

Dopo aver generato la sitemap, possiamo comunicarla ai motori di ricerca.

Se hai già collegato il tuo sito alla Search Console, come abbiamo visto all’inizio di questa lista di consigli, allora puoi inviare la sitemap direttamente dall’omonima sezione della Search Console.

Come Inviare Sitemap Xml Search Console

Inviare la sitemap tramite Webmaster Tools di Bing

Anche i Webmaster Tools di Bing ci permettono di inviare la sitemap con un sistema molto simile a quello della Search Console.

Inviare Sitemap Bing

Linkare le pagine più lontane dalla home

Seguendo le indicazioni sull’architettura del sito, realizzerai una struttura in cui le pagine più lontane dalla home page sono al massimo a 3 o 4 livelli di distanza.

Devi sempre considerare che più una pagina è lontana dalla home, più diventa difficile per i crawler dei motori di ricerca raggiungerla.

Per questo potrebbe essere utile inserire dei link interni verso le pagine più lontane dalla home.

Trovare contenuti duplicati

Una ricerca avanzata su Google con intitle o intext, oppure uno strumento come Siteliner ci permettono di identificare contenuti duplicati nel nostro sito.

Mentre per trovare contenuti duplicati presenti su siti diversi dal nostro, possiamo usare Copyscape.

Usare URL canonici

Ci sono casi in cui si vengono a creare più URL per un solo contenuto. Un esempio è dato dalle pagine di prodotto in cui ci sono più URL che corrispondono a versioni con variazioni di prodotto.

In questi casi possiamo usare il tag rel canonical per indicare ai motori di ricerca quale versione della pagina deve essere considerata come “pagina principale”.

Usare i reindirizzamenti corretti

I reindirizzamenti si utilizzano per segnalare che una risorsa è stata spostata.

Ci sono diversi tipi di reindirizzamenti e ognuno deve essere utilizzando per uno scopo preciso.

  • Redirect 301: indicano che una risorsa è stata spostata definitivamente verso un altro URL.
  • Redirect 302: indicano uno spostamento temporaneo di una risorsa.
  • 410 gone: indicano che la pagina è stata eliminata.

Evitare le catene di redirect

I reindirizzamenti sono uno strumento utile che ci permette di comunicare ai motori di ricerca che una pagina è stata spostata. Al tempo stesso i reindirizzamenti fanno sì che i visitatori possano raggiungere la nuova pagina.

Se non controllati i reindirizzamenti multipli possono creare una catena di reindirizzamenti e generare un errore.

Possiamo trovare le catene di reindirizzamenti con strumenti come Screaming Frog e httpstatus.

All’interno del nostro sito possono esserci link interrotti. Ad esempio potrebbero esserci collegamenti che puntano verso pagine interne che abbiamo rimosso. Una cosa che dovremmo evitare usando correttamente i reindirizzamenti.

In altri casi potremmo aver inserito un link esterno che rimanda a una risorsa che è stata rimossa.

Fare un controllo dei link del sito ci aiuta quindi a trovare link rotti. In base al caso possiamo rimuovere o sostituire il link con uno funzionante e pertinente.

Monitorare l’uptime del sito

L’uptime indica per quanto tempo il sito è operativo e accessibile. Viene indicato in percentuale e deve essere riferito a un periodo di tempo. Ad esempio l’uptime dell’ultimo mese.

Avere un sito sempre accessibile è importante per la credibilità e l’immagine del sito stesso.

Ci sono diversi strumenti che ci permettono di monitorare l’uptime, come ad esempio Uptime Robot.

Monitoraggio Uptime Del Sito Con Uptime Robot

Personalizzare le pagine di errore

Nel nostro sito dovremmo avere una pagina di errore 404 personalizzata in modo da decidere cosa viene mostrato agli utenti che visitano un URL errato.

La pagina di errore 404 può essere anche un ottimo metodo per collegare risorse importanti e far sì quindi che il lettore continui a visitare il sito.

Aggiungere le icone social sul sito

Aggiungere al sito le icone di condivisione sui social può aiutarci in maniera indiretta ad acquisire più traffico verso il nostro sito.

In aggiunta, anche i motori di ricerca possono considerare questi segnali come fattori indiretti.

È utile inserire l’URL del nostro sito sui nostri profili social.

SEO Locale

Impostare il profilo di Google Business

Una delle prime cose da fare per la local SEO è quella di inserire tutti i dettagli della propria attività nella scheda messa a disposizione da Google per le attività locali.

Mantenere tutte le informazioni aggiornate

Non basta impostare le informazioni del negozio e poi dimenticarsene.

È importante mantenere queste informazioni aggiornate. Soprattutto quando si tratta di orari di apertura e recapiti.

Comprendere l’importanza delle citazioni NAP

Le citazioni NAP si riferiscono a nome, indirizzo e numero di telefono della tua attività.

La presenza di queste informazioni nelle directory è un segnale importante per i motori di ricerca perché conferma la validità e l’accuratezza di queste informazioni.

Strumenti come WhiteSpark aiutano a individuare le citazioni, in questo modo possiamo richiedere delle modifiche quando le informazioni riportate non sono corrette.

Controllare le recensioni

Verificare e rispondere alle recensioni è importante per costruire un’immagine credibile e affidabile dell’azienda.

Usare i dati strutturati per la Local SEO

Ci sono diversi markup di dati strutturati che possono essere utili per le attività locali. Alcuni esempi sono: numero di telefono, indirizzo e recensioni.

Incorporare la mappa nel sito

Uno dei metodi più rapidi è incorporare direttamente la mappa di Google Maps nella pagina dei contatti o nella pagina chi siamo del nostro sito. In questo modo si può mostrare ai visitatori una mappa della posizione della nostra attività.

Analisi

Tracciare il ranking delle parole chiave

È importante tenere traccia dei cambiamenti di posizione del nostro sito nei risultati dei motori di ricerca.

La Search Console ci permette di vedere la posizione media delle parole chiave per cui ci posizioniamo e delle pagine del nostro sito.

Inoltre ci sono strumenti SEO come SeoZoom o Semrush che ci permettono di tracciare i cambiamenti nel posizionamento.

Usare le heatmap

Strumenti come Clarity ci permettono di visualizzare le heatmap e capire con quali elementi della pagina i visitatori tendono a interagire maggiormente.

Questi strumenti ci aiutano anche a capire se alcuni elementi sono utili o meno all’interno di una pagina o se sono più efficaci in una determinata posizione.

Conclusioni

Cosa ne pensi di questa lista di consigli SEO per WordPress?

Ti è stata utile? Pensi che manchi qualcosa?

Faccelo sapere subito con un commento.


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