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Cos’è un URL: significato, struttura e uso

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Chiamato comunemente anche link o indirizzo web, l’URL è uno degli strumenti base su cui si regge l’intera struttura del mondo digitale dal 1994, anno in cui fu istituito da Timothy John Berners-Lee, considerato il padre del web. In questo articolo vedremo insieme cosa significa questa sigla, e approfondiremo insieme alcuni dettagli importanti che è bene conoscere per curarne al meglio la forma e le sue funzionalità.

Definizione di URL

La sigla URL sta per Uniform Resource Locator, che tradotto alla lettera significa “localizzatore uniforme di risorse”, una descrizione che forse ancora dice poco. URL è una tipologia specifica di URI, e cioè un “indicatore universale di risorse”. Si tratta, in buona sostanza, di un’etichetta convenzionale con cui identificare un elemento. Nel caso di un URL, oltre a dare un nome, viene specificata anche la posizione in cui questo elemento si trova, ed è per questo che si parla di “localizzatore”.

Volendo utilizzare una metafora potremmo dire che il web è come una città e gli URL rappresentano i nomi delle vie, completi di numero civico, di piano e di ogni dettaglio utile per identificare un determinato alloggio: ad ogni URL, in buona sostanza, deve corrispondere una sola abitazione.

Elementi che compongono un URL

Così come l’indirizzo di un’abitazione è composto da vari elementi (tipo di strada, nome della via, numero civico, interno, piano e così via), anche l’URL racchiude al suo interno diversi componenti. Vediamo i principali partendo da questo esempio:

Struttura Url Esempio

Questo esempio è composto da questi elementi:

  1. Protocollo (https)
  2. Separatore (://)
  3. Dominio di terzo livello (www)
  4. Dominio di secondo livello (supporthost)
  5. Dominio di primo livello (com)
  6. Percorso (/it/blog/)

Oltre a questi elementi base esistono anche i parametri. Negli approfondimenti a seguire andremo a scoprirli uno per uno.

Protocollo

Il protocollo (o schema) è la convenzione che definisce la tipologia di comunicazione fra più elementi. Nel caso di Internet, per esempio, potrebbero essere uno spazio di hosting su cui è ospitato un sito web e il computer di un utente: le indicazioni per trovare quel sito specifico devono essere condivise fra le parti parlando la stessa lingua, condividendo lo stesso codice. Ecco, il protocollo è proprio questo.

Sempre per fare un parallelismo con la vita reale, è un po’ come quando due persone – ad esempio una italiana e una thailandese – decidono di parlare inglese per dialogare attraverso un codice comprensibile per entrambi. O ancora, tornando all’esempio dell’indirizzo di una casa, è come provare a cercarlo utilizzando uno strumento definito: le coordinate GPS, le indicazioni catastali oppure il linguaggio di uno stradario.

Esistono vari tipi di protocollo nel mondo di Internet; vediamo i principali:

  • MAILTO: porta gli utenti verso uno specifico indirizzo di posta elettronica.
  • FTP: permette l’interscambio di file e contenuti fra due contenitori (host). Possono essere due computer connessi in locale oppure via remoto.
  • HTTP: questa sigla sta per Hypertext Transfer Protocol, un protocollo di trasferimento ipertesto sviluppato alla fine degli anni ‘80 e su cui si basa l’intero sviluppo del web.
  • HTTPS: l’acronimo sta per Hypertext Transfer Protocol Secure ed è la versione criptata di HTTP, nata per proteggere le connessioni fra utente e server, a tutela dei dati personali e per difenderci dagli attacchi degli hacker.

Separatore

In ogni URL troverai, subito dopo la specifica del protocollo utilizzato, i simboli “://”, che fungono da separatore prima dell’indicazione del dominio. Noterai anche spesso la presenza di uno slash “/” a separare le varie parti che compongono il percorso specifico del nostro URL. Scopriamo nel dettaglio queste sezioni.

Dominio di terzo livello o sottodominio

Con questa parola si intende la porzione di URL che precede il primo punto. Il sottodominio più comune è www (ad esempio www.nomesito.it), ma è molto frequente trovare anche altre soluzioni tipo support.nomesito.it, academy.nomesito.it o, come nel caso del nostro sito “my.”, per accedere all’area clienti: my.supporthost.com.

Dominio di secondo livello

Con dominio di secondo livello (anche se questa sezione è quella chiamata semplicemente “dominio“) si intende il cuore dell’URL, ciò che – abbinato al dominio di primo livello che vedremo a seguire – lo rende unico in tutto l’universo del web. Nell’esempio riportato poco sopra, per dominio si intende la porzione di URL “supporthost” abbinata all’estensione “.com”, di cui parleremo nella sezione qui sotto.

A ogni dominio corrisponde un indirizzo IP, composto da una serie di numeri: la correlazione fra nome dominio e indirizzo IP è gestita dai DNS (Domain Name System), che hanno la funzione di decifrare ciò che noi digitiamo nel nostro browser e tradurlo in questo codice numerico che servirà alle macchine per farci atterrare sul sito corretto.

Dominio di primo livello (TLD) o Estensione di dominio

Esistono ad oggi centinaia di estensioni di dominio, conosciute anche come TLD ovvero Top Level Domain. Sono divise in due principali categorie:

  • Domini generici: fra i più famosi di questa categoria segnaliamo .com, .info, .org, .net, accessibili a tutti. Per alcuni TLD particolari sono previste alcune restrizioni: un esempio è l’estensione .gov, riservata ai soli enti governativi.
  • Domini nazionali (ccTLD): qui rientrano quelli legati ai singoli stati, come .it per l’Italia, .fr per la Francia e così via. Alcuni di essi richiedono adempimenti particolari, come la verifica di residenza per la persona intestataria del dominio. 

Esiste poi una terza categoria, quella dei domini infrastrutturali, all’interno della quale oggi è incluso solo .arpa, nato nel 1985 quando ebbe luogo il passaggio da ARPAnet (gli albori del web) ai DNS.

Abbiamo detto che ciò che rende un URL unico in tutto il web non è solo il dominio, ma l’abbinamento fra quest’ultimo e la sua estensione e cioè, nel nostro caso, “supporthost.com”.

Sembrerà una precisazione di poco conto ma anzi, è uno degli aspetti più cruciali da considerare quando si decide di acquistare un dominio. Molte persone pensano infatti di mettere al sicuro il proprio progetto digitale acquistando il dominio con una sola estensione, ad esempio nomesito.it nel caso di progetti legati all’Italia.

Scegliere di acquistare una sola estensione di dominio (ad esempio nomesito.it) è una decisione da prendere con estrema cautela: capita molto spesso infatti di ritrovarsi occupata un’altra estensione (in questo caso potrebbe essere nomesito.com) che utilizza il medesimo dominio di secondo livello, e di avere poi problemi di identità di brand, di posizionamento sui motori di ricerca, concorrenza o altro.

Ecco perché oltre al dominio anche la scelta della o delle estensioni diventa cruciale quando si decide di aprire un sito web.

Percorso (Path)

Dopo l’estensione di dominio troveremo un separatore “/”, a seguito del quale il nostro URL continua con la sezione che viene indicata come percorso, o anche come slug. Tornando ancora una volta alla nostra metafora: se il dominio con tutte le sezioni che abbiamo visto finora ci porta in un appartamento specifico, con il percorso ci addentriamo nelle sue stanze. Il blog, la sezione eventi, un file, una pagina di approfondimento, un contenuto multimediale, un anchor link: tutto ciò che è contenuto sul sito sarà raggiungibile con un proprio percorso univoco.

Su WordPress questa porzione di URL viene generata in automatico per le pagine e gli articoli di blog prendendo come riferimento il titolo, ma ti viene data la possibilità di modificarla lavorando sulla sezione chiamata “Permalink”.

Per farlo dovrai cliccare su “Link” nel pannello di controllo di destra, modificare lo slug del tuo URL come desideri e, infine, cliccare su “Salva”.

Personalizzazione Url

Per ulteriori dettagli puoi anche consultare la nostra guida ai permalink.

Parametri

Se dopo un separatore incontri un punto interrogativo, sei davanti a una querystring, ovvero una stringa di ricerca che invia al server una serie di parametri.

Per esempio, se all’interno del nostro blog vuoi cercare contenuti a tema “hosting”, inserendo questa parola nella barra di ricerca noterai come l’URL si aggiornerà con un punto interrogativo e la richiesta al server di individuare tutti i nostri articoli di blog che parlano di questo argomento. I risultati ti appariranno subito a seguire.

Parametri Url

Esempi di URL

Per riepilogarti in maniera schematica tutti i dettagli analizzati finora, vediamo insieme alcuni esempi di URL:

  • https://supporthost.com/: questo è l’URL del nostro sito con il protocollo HTTPS, il nome dominio e l’estensione. Manca il dominio di terzo livello www. perché ad oggi è diventato di uso facoltativo.
  • https://my.supporthost.com/; questo include un dominio di terzo livello.
  • https://supporthost.com/it/categoria/hosting/: questo è un indirizzo completo di un percorso che porta a una categoria del nostro blog. All’interno del percorso, subito dopo l’estensione di dominio, trovi la specifica “/it”: questo elemento rimanda alla sottodirectory relativa ai contenuti in lingua italiana, essendo il nostro un sito multilingua.
  • https://supporthost.com/it/?s=hosting : questo è un esempio che include dei parametri di ricerca.

Arrivati a questo punto di approfondimento hai a disposizione tutti gli elementi chiave per comprendere nel dettaglio perché URL e link non sono veri e propri sinonimi:

  • URL è il luogo, l’indirizzo in cui si trova un determinato contenuto
  • link è invece una funzionalità composta da un testo cliccabile (anchor text) collegato a un URL specifico.

In sostanza attraverso un link si può raggiungere un URL, cliccandoci sopra oppure inquadrando un QR CODE con un dispositivo mobile.

Sintassi di un URL

Vista l’importanza di ogni URL di rimandare verso una risorsa ben definita, esistono alcune regole di programmazione alle quali ogni URL deve sottostare e che vanno sotto il nome di sintassi. Vediamo le principali:

  • si possono utilizzare lettere non accentate e numeri
  • si possono utilizzare i simboli ()!$-‘_*+.
  • non devono essere presenti spazi: al posto degli spazi di solito si mettono i trattini (ad esempio: nomesito.it/articolo-di-blog) oppure %20 (ad esempio: nomesito.it/articolo%20di%20blog).
  • per inserire un anchor link si utilizza il simbolo # (ad esempio: nomesito.it/#newsletter)

URL non valido

Abbiamo visto che ogni URL porta a una risorsa particolare, ma questo percorso può incorrere in diversi errori. Il fatto di non trovare un contenuto può portare con sé conseguenze molto gravi: mancate vendite perché l’utente non trova ciò che stava cercando, problemi di posizionamento sui motori di ricerca, così come la presenza di errori tecnici da esplorare anche a livello di server.

A seguire trovi le situazioni più frequenti:

  1. L’URL è stato modificato nel tempo ma esistono ancora dei collegamenti interni che rimandano ancora al vecchio indirizzo, oppure sono presenti link da siti esterni che riportano ancora lo slug precedente. Per gestire al meglio questa tipologia di errore ti invitiamo a leggere la nostra guida su come gestire i redirect.
  2. L’URL non è stato scritto correttamente, il che porterà a un errore 404 (page not found, pagina non trovata).
  3. Problemi di sovraccarico del server o di funzionamento dei DNS, che non permettono di raggiungere la risorsa di nostro interesse.
  4. Problemi di connessione internet, che non permettono al browser di accedere alla rete web.
Url Non Valido

Il persistere di problemi come quello riportato al punto 2 può danneggiare seriamente il posizionamento del tuo sito fra i risultati di ricerca: un motivo in più per avere estrema cura degli URL, magari anche strutturando una mappa del sito seguendo i vari passaggi che abbiamo riportato nella nostra guida sulla creazione di una sitemap.

Conclusioni

La gestione degli URL non richiede particolari competenze tecniche e difficilmente porta con sè problematiche particolari. Tuttavia è molto importante avere un’idea ben chiara di cosa si celi dietro a questi indirizzi web, e le implicazioni che possono portare eventuali problematiche o verifiche del loro funzionamento, in modo da non prenderli sotto gamba.

Ti è mai capitato di avere qualche problema con gli URL? Raccontaci le tue esperienze nei commenti.


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