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Backlink: cosa sono e perché sono fondamentali per la SEO

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Se ti trovi in questa pagina è molto probabile non solo che tu abbia un sito web, ma che tu abbia già sentito parlare di SEO, quell’insieme di strategie che serve per migliorare la visibilità del tuo sito su Google. Ma c’è un elemento della SEO che spesso viene sottovalutato e che invece ha un impatto enorme: i backlink.

Sottostimare l’importanza è un errore molto grave. Ancora nel core update del 2024 Google ha riconfermato il proprio obiettivo primario di migliorare la qualità dei risultati di ricerca, riducendo la presenza di contenuti non originali o realizzati unicamente per manipolare i motori. Tra i valori premianti viene segnalata l’utilità per l’utente, l’originalità e la reputazione di un sito, ed è proprio su quest’ultima che impatta con forza il valore dei backlink.

In questo articolo ti guideremo passo passo per capire cosa sono i backlink, perché sono così importanti per il posizionamento nei motori di ricerca e come puoi ottenerli in modo efficace e sicuro.

Prima di parlare dei backlink, è utile chiarire un concetto fondamentale: la link building. Con questo termine si intende l’insieme delle strategie e delle tecniche utilizzate per ottenere link che puntano al proprio sito. In parole semplici, è l’arte di farsi citare da altri siti tramite URL, ovvero collegamenti ipertestuali.

La link building è una parte centrale della SEO off-page e serve a migliorare la reputazione del sito agli occhi dei motori di ricerca. Più link autorevoli ricevi, più aumentano le possibilità che Google consideri il tuo sito affidabile e rilevante.

Ecco, Google tiene conto di queste raccomandazioni per stabilire quanto un sito sia autorevole. Più backlink di qualità riceve un sito, più aumenta la sua reputazione agli occhi del motore di ricerca. Di conseguenza è più probabile che venga mostrato tra i primi risultati quando qualcuno cerca un argomento correlato.

A questo proposito uno studio del 2025 di Backlinko conferma che le pagine che occupano la prima posizione su Google hanno in media 3,8 volte più backlink rispetto a quelle che si trovano tra la seconda e la decima posizione, il che fa dei backlink un ingrediente cruciale per la SEO.

La SEO è l’ottimizzazione per i motori di ricerca, e si divide in due grandi aree: la SEO on-page e la SEO off-page. La SEO on-page riguarda tutto ciò che si può fare direttamente sul sito, come scrivere testi chiari, ottimizzare le immagini e migliorare la velocità di caricamento. La SEO off-page invece riguarda le attività che avvengono all’esterno del sito, e i backlink sono una parte centrale di queste.

Il concetto di backlink è nato guardando al modo in cui funzionano le citazioni accademiche: più un articolo scientifico viene citato da altri, più è considerato autorevole. Larry Page e Sergey Brin, i fondatori di Google, hanno applicato questa logica al web inventando il PageRank: un sistema per valutare la rilevanza delle pagine web proprio in base ai link ricevuti.

Page Rank

Questa è l’origine del concetto di link popularity, che ancora oggi è alla base degli algoritmi di Google, anche se è stato molto perfezionato arrivando a differenziare oggi i backlink per tipologia, come vedremo a breve.

Come abbiamo illustrato nella nostra guida completa sulla link building, ne esistono di due forme principali: quella interna e quella esterna.

La link building interna consiste nel creare collegamenti tra le pagine del tuo stesso sito. Questo aiuta sia i visitatori a orientarsi meglio tra i contenuti, sia Google a scoprire e indicizzare tutte le pagine in modo efficiente. È anche un modo per distribuire la cosiddetta “link juice” in modo strategico.

La link building esterna, invece, riguarda i link che arrivano da altri siti verso il tuo. Sono questi i famosi backlink, ed è su di loro che si concentra gran parte del lavoro nella SEO off-page.

Per descrivere cosa sono i backlink in maniera chiara e semplice possiamo definirli come dei rimandi digitali che da un sito esterno puntano al tuo sito. Puoi immaginarli come delle “raccomandazioni“: quando un altro sito inserisce un link verso una tua pagina, sta in qualche modo dicendo agli utenti (e anche a Google) che quella pagina è utile o interessante.

Backlink

Questo sito esterno può linkarti per citarti come fonte, o come prodotto consigliato, o ancora perché rispetto ai contenuti proposti sul tuo sito ci sono degli approfondimenti interessanti. Qualunque sia la motivazione, creare una connessione verso il tuo sito esprime un segnale di fiducia.

Quando un sito riceve molti backlink da fonti attendibili, Google interpreta questo segnale come una conferma della qualità del contenuto. Non tutti i backlink, però, hanno lo stesso valore. Un link da un sito autorevole e in tema con il tuo è molto più potente rispetto a uno proveniente da un sito sconosciuto o non pertinente.

In sostanza i backlink aiutano a migliorare il posizionamento del sito nei risultati di ricerca, ad aumentare visibilità e traffico e a far conoscere il tuo brand o progetto a un pubblico più ampio.

Esistono diversi tipi di backlink e ognuno ha un ruolo preciso nel modo in cui i motori di ricerca interpretano e valutano i collegamenti tra i siti. Conoscere la differenza tra queste tipologie è fondamentale per costruire un profilo di backlink sano e credibile.

Dofollow

Il backlink dofollow è il tipo più comune e, per certi versi, il più “potente”. Quando un link è dofollow trasmette interamente la link juice – cioè il valore in chiave SEO – dalla pagina che lo ospita alla pagina di destinazione. Non è necessario aggiungere nulla al codice HTML per ottenere questo tipo di link: è il comportamento predefinito.

Google considera questi link come un segnale di fiducia e autorevolezza. Un sito che riceve molti backlink dofollow da pagine pertinenti e affidabili ha buone probabilità di migliorare il proprio posizionamento.

Nofollow

Il link nofollow, invece, include l’attributo rel="nofollow" e serve a comunicare a Google di non seguire quel collegamento. In origine, questo attributo è stato introdotto per combattere lo spam nei commenti dei blog, un problema che stava compromettendo seriamente il punteggio PageRank. Oggi viene usato per suggerire a Google che non vogliamo che il nostro sito sia associato con la pagina a cui rimanda il link.

Perché abbiamo scritto “suggerire”? Non è un caso. Innanzitutto considera che un link nofollow non trasferisce direttamente valore SEO, ma può comunque generare traffico utile e aumentare la visibilità del sito.

Inoltre, secondo Google, potrebbe comunque essere preso in considerazione in modo più flessibile rispetto al passato. A partire dal 1° marzo 2020, infatti, Google ha aggiornato il modo in cui interpreta l’attributo nofollow. Da quel momento, i link contrassegnati con rel="nofollow" non vengono più automaticamente esclusi dalla valutazione SEO, ma vengono considerati come un suggerimento, e non più come un ordine rigido. In pratica, Google può decidere di tenere comunque conto di questi link all’interno del suo sistema di analisi e classificazione delle pagine, valutandoli in base al contesto e alla loro utilità.

Un errore comune è pensare che i link nofollow siano completamente inutili per la SEO. In realtà, anche se non trasferiscono direttamente link juice, possono comunque portare benefici. Un link nofollow da un sito importante può generare traffico verso il tuo sito, migliorare la notorietà del brand e aumentare le probabilità che altri – magari con link dofollow – ti citino in futuro.

In sintesi, non vanno cercati attivamente per la SEO tecnica, ma non vanno nemmeno scartati se provengono da fonti affidabili.

Questo nome è l’abbreviazione di “User Generated Content“, ed è pensato per indicare che il collegamento è stato inserito da un utente, ad esempio in un forum, nei commenti di un articolo o in una recensione. Si tratta di una pratica introdotta da Google per distinguere i link generati dagli utenti da quelli redazionali.

Questo aiuta a migliorare la trasparenza del web e a ridurre i rischi legati a contenuti spam. L’attributo HTML associato è rel="ugc". Questi link, come i nofollow, non sempre passano valore SEO, ma possono comunque contribuire alla crescita organica del sito se inseriti in contesti utili e rilevanti.

Infine il link sponsored è utilizzato per segnalare che un collegamento fa parte di una collaborazione pubblicitaria o commerciale. È obbligatorio quando il link è stato acquistato, scambiato in cambio di beni o servizi, o incluso in un contenuto sponsorizzato. L’attributo da usare in questi casi è rel="sponsored". Google richiede esplicitamente di usare questa etichetta per garantire trasparenza e per evitare penalizzazioni legate a link a pagamento non dichiarati.

Utilizzare correttamente queste tipologie di link non solo aiuta a mantenere un profilo backlink naturale e credibile, ma anche a costruire una strategia SEO più solida e rispettosa delle linee guida di Google.

Per utilizzare i backlink in modo che portino valore reale al tuo sito la qualità dei backlink deve essere buona. Vediamo quali sono gli elementi che ne costruiscono il valore.

Per comprendere meglio come avviene il passaggio di valore fra un sito e l’altro si parla di “link juice“. Quando un sito autorevole linka il tuo, ti sta passando parte della sua forza (o “succo”), contribuendo a migliorare anche la tua reputazione agli occhi di Google.

Ma la link juice non si trasmette solo tra siti diversi: anche all’interno del tuo stesso sito i link interni contribuiscono a distribuirla. Questo significa che, collegando tra loro in modo intelligente le pagine del tuo sito, puoi valorizzare quelle più importanti, come le pagine dei servizi o le guide informative. È come se, oltre ai voti che ricevi da fuori, potessi anche autovalidarti distribuendo bene i tuoi contenuti.

Facciamo un esempio. Immagina di avere una pagina con molti backlink in ingresso. Se da quella pagina inserisci un link a una guida approfondita, parte del valore ricevuto viene trasferito anche alla guida.

Se poi da quella guida linki altri articoli del blog, anche loro riceveranno una parte di quel valore iniziale. In questo modo la link juice si propaga come una rete e può aiutare tutto il sito a crescere in visibilità.

Anchor text: cos’è e come funziona

L’anchor text è il testo visibile e cliccabile su cui viene inserito un link. Ad esempio, in una frase come “Scopri la nostra guida alla SEO su WordPress”, la parte con il link è il nostro anchor text.

Google legge questo testo per capire meglio di cosa parla la pagina di destinazione. Per questo è importante usare un anchor text pertinente, ma anche naturale. Evitare di inserire sempre la stessa parola chiave aiuta a mantenere il profilo backlink vario e credibile.

Un buon equilibrio tra diverse tipologie di anchor text aiuta molto. Ma quali sono queste tipologie? Ne identifichiamo tre:

  • anchor text brandizzato: “SupportHost”
  • anchor text generico: “Clicca qui”
  • anchor text descrittivo: “Scegliere un hosting per siti web WordPress”.

Facciamo un esempio concreto. Se hai scritto una guida su come scegliere un hosting e vuoi linkarla, un anchor text efficace potrebbe essere: “come scegliere un hosting adatto al tuo sito web”. Questo aiuta Google a capire esattamente l’argomento della pagina linkata.

Al contrario, un anchor text forzato come “miglior hosting economico veloce affidabile 2025” rischierebbe di apparire innaturale e penalizzante. Anche l’uso ripetitivo di frasi identiche, come “hosting migliore” ovunque, può insospettire i motori di ricerca. La naturalezza e la varietà sono sempre preferibili.

Posizione nella pagina

Inoltre conta anche la posizione del link nella pagina. Un link inserito nel corpo di un articolo, circondato da contenuto rilevante, ha molto più valore rispetto a un link inserito nel footer o in una sidebar, dove spesso si trovano collegamenti ripetitivi o poco contestualizzati.

Infine, anche la frequenza con cui ricevi backlink può essere rilevante. Una crescita organica e costante è preferibile a un picco improvviso che può sembrare sospetto.

Autorevolezza delle fonti

Un altro elemento fondamentale è la diversità delle fonti che ti linkano. È molto più utile avere link da dieci siti diversi piuttosto che dieci link dallo stesso dominio, anche se quest’ultimo è più autorevole dei dieci siti differenti. Questo perché Google interpreta la varietà come un segnale di maggiore popolarità e autorevolezza, in quanto se più fonti rimandano ai tuoi contenuti significa che questi ultimi saranno cruciali per una platea più ampia.

Su questo aspetto occorre dedicare due parole in più, anche per aiutarti a comprendere come misurare il valore di una pagina e di un dominio, in modo da approcciarti al meglio alla tua gestione dei backlink.

Principali metriche di autorevolezza

Quando si parla di backlink, non conta solo l’autorevolezza del dominio che ti linka, ma anche quella della singola pagina da cui parte il link. Per valutare questi aspetti, esistono diverse metriche sviluppate da strumenti SEO specializzati.

URL Rating di Ahrefs (UR)

L’URL Rating, abbreviato UR, è una metrica sviluppata da Ahrefs che misura la forza del profilo backlink di una singola pagina web. Non riguarda l’intero dominio, ma solo la pagina specifica su cui si trova il link. Più link autorevoli riceve quella pagina, maggiore sarà il suo UR.

Ad esempio, se ricevi un backlink da una pagina interna di un sito importante (non necessariamente dalla sua homepage), il valore SEO che ricevi dipenderà proprio dall’UR di quella pagina. Questo è particolarmente utile quando analizzi i link in ingresso: una pagina con UR alto trasmetterà più link juice alla tua.

Ahrefs Profilo Backlink

La scala va da 0 a 100, ma già un UR superiore a 30 è considerato buono per pagine che non siano homepage o contenuti virali. Va ricordato che UR tiene conto anche della qualità dei link ricevuti da quella pagina, non solo della quantità.

Domain Rating di Ahrefs (DR)

Il Domain Rating è sempre una metrica di Ahrefs, ma valuta la forza complessiva del dominio anziché della singola pagina in termini di profilo backlink rispetto a tutti gli altri siti nel database di Ahrefs. Si tratta di una scala da 0 a 100 che misura quanti backlink riceve un sito da altri domini, e quanto sono forti quei domini.

Il DR aiuta a capire quanto è autorevole l’intero sito agli occhi dei motori di ricerca. Se un dominio ha DR alto (ad esempio sopra 70), vuol dire che riceve backlink da molti siti forti. Non è però una metrica di Google: serve come riferimento comparativo tra siti.

Domain Rating Ahrefs

Quando ricevi un backlink ricorda di valutare sempre sia il DR del dominio, sia l’UR della pagina che ti linka. Un sito può avere un DR molto alto, ma se il link è posizionato in una pagina secondaria con UR basso, il valore trasmesso sarà limitato.

Domain Authority di Moz (DA)

La Domain Authority (DA) è stata una delle prime metriche di questo tipo, introdotta da Moz. Anche in questo caso si tratta di una scala da 1 a 100 che predice, in modo teorico, la capacità di un sito di posizionarsi sui motori di ricerca.

Domain Authority Moz

A differenza di DR, il DA include anche fattori come il profilo backlink interno, la struttura del sito e altri segnali. È molto usato perché accessibile gratuitamente tramite tool come MozBar, un’estensione per browser.

Un sito nuovo parte con DA pari a 1. Salire richiede tempo, contenuti di qualità e link da fonti rilevanti. Un DA tra 40 e 60 è considerato solido per progetti medi, mentre sopra 70 entriamo nella fascia dei grandi portali, testate giornalistiche e brand molto affermati.

Zoom Authority di SEOZoom (ZA)

La Zoom Authority è l’equivalente italiano della Domain Authority ma creata da SEOZoom, uno dei principali strumenti SEO in Italia. È pensata per riflettere meglio la visibilità e l’autorevolezza di un sito sul mercato italiano, tenendo conto non solo dei backlink, ma anche del traffico stimato e della presenza organica nelle SERP italiane.

La scala va da 0 a 100, e anche in questo caso più alto è il punteggio, più forte è considerato il dominio. La particolarità di ZA è che integra dati basati su keyword e risultati in italiano, quindi è spesso più preciso per chi lavora su siti con target nazionale.

Zoom Authority

Ad esempio, un sito con buoni contenuti e presenza nei risultati di Google.it può avere una ZA più alta rispetto al suo DA o DR, proprio perché SEOZoom tiene conto della sua rilevanza locale.

Trust Flow e Citation Flow di Majestic

Majestic, da parte sua, propone non uno ma due indicatori utili:

  • Trust Flow (TF): misura la qualità dei backlink ricevuti. È basato su una lista di siti considerati affidabili e di riferimento. Più i tuoi link provengono da siti vicini a questa “zona sicura”, più il tuo Trust Flow sarà alto;
  • Citation Flow (CF): misura invece la quantità di link ricevuti, senza valutare direttamente la loro qualità.
Majestic Analisi Backlink

Se un sito ha un CF molto alto ma un TF basso, significa che riceve tanti link ma da fonti poco affidabili. Questo squilibrio è spesso un segnale di un profilo backlink potenzialmente artificiale o manipolato. Al contrario, un buon rapporto tra Trust Flow e Citation Flow (ad esempio 1:1 o 1:2) è indice di una strategia di link building naturale e di qualità.

Un sito che riceve backlink di qualità ha quindi maggiori probabilità di posizionarsi bene nei risultati di ricerca. Ma i vantaggi non si limitano al miglioramento della SEO. I backlink possono portare anche traffico diretto, cioè visitatori che cliccano sul link da un altro sito e arrivano sul tuo. Questo tipo di traffico è chiamato “referral traffic”.

Inoltre, quando più siti parlano di te, cresce la tua visibilità e si rafforza la tua identità online. In altre parole, stai facendo branding. Un profilo backlink sano aiuta anche a indicizzare più velocemente le nuove pagine del sito, facilitando l’attività di scansione da parte di Googlebot.

Ricevere backlink di qualità è quindi uno degli obiettivi più importanti — e più complessi — per chi vuole migliorare il posizionamento del proprio sito nei risultati di ricerca.

A differenza dei link interni — che possiamo aggiungere e controllare direttamente all’interno del nostro sito — i backlink sono però fuori dal nostro controllo diretto. Per questo motivo riceverli richiede un approccio completamente diverso, più articolato e spesso anche più dispendioso in termini di tempo e risorse.

Quando gestiamo la link building interna, possiamo infatti decidere autonomamente come collegare tra loro le pagine del nostro sito, scegliendo con attenzione il contesto, l’anchor text e la pagina di destinazione. Questo ci consente di distribuire in modo intelligente il cosiddetto “link juice” e di aiutare Google a comprendere meglio la struttura del sito. È un’attività strategica ma semplice da eseguire, perché è nelle nostre mani.

Ricevere backlink, invece, significa ottenere collegamenti da siti che non ci appartengono, e quindi da persone che dobbiamo convincere del valore di ciò che facciamo. A prescindere da quale strategia metteremo in atto, affinché un sito scelga di creare una connessione con il tuo sito occorre che quest’ultimo sia sicuro, ben fatto e meritevole di questo legame.

Non solo: come abbiamo visto prima per ottenere backlink davvero efficaci serve anche saper fare un’attenta analisi preliminare. È necessario:

  • individuare i domini più adatti, con una buona autorevolezza e in linea con il nostro settore;
  • capire quali pagine del nostro sito meritano di essere linkate, in base al valore che offrono e alla loro rilevanza per il pubblico di riferimento;
  • curare l’anchor text affinché sia coerente, naturale e utile per l’utente e per Google;
  • valutare la posizione del link nella pagina che lo ospita, perché un link visibile, ben integrato nel contenuto e circondato da testo di qualità ha un peso maggiore rispetto a un link nascosto in fondo alla pagina o in un blocco ripetitivo.

Ricevere backlink non è quindi una semplice attività operativa, ma una vera e propria strategia editoriale e relazionale. Richiede capacità di scrittura, competenze SEO, analisi dei competitor, attenzione alla reputazione online e, in molti casi, anche un lavoro di contatto diretto con altri webmaster o professionisti.

Vediamo ora i due approcci principali per ottenere backlink: quello più spontaneo e “organico”, cioè il backlink guadagnato in modo naturale grazie alla qualità dei contenuti, e quello più proattivo, basato sulla richiesta diretta di link attraverso tecniche di outreach mirato.

Esistono tante strategie per ottenere backlink, ma la più efficace e sicura è sempre quella che punta a creare contenuti di valore. Se scrivi articoli utili, originali e ben fatti, è più probabile che altri siti decidano di linkarli spontaneamente.

Quando un backlink arriva in maniera autonoma — ad esempio perché un blogger ha trovato utile una tua guida e decide di citarla — si parla quindi di backlink naturale. Questo è il tipo di link che Google considera il più prezioso, perché nasce come vera raccomandazione e non come risultato di una strategia manipolativa. Tuttavia ottenere link naturali richiede tempo, costanza e una strategia editoriale ben pianificata.

Una tecnica che può aumentare le probabilità di ricevere link spontanei è quella di produrre contenuti definiti “linkable asset”, ovvero risorse pensate per essere linkate: guide complete, strumenti gratuiti, checklist, glossari, infografiche, video o statistiche originali. Se ben strutturati, questi contenuti tendono a diventare un punto di riferimento nel loro ambito e ad attrarre link da soli, con il tempo.

Una tecnica molto usata è quella del guest posting, ovvero la pubblicazione di tuoi articoli su altri blog o siti del tuo settore, includendo un link verso il tuo. È importante, però, che questi articoli siano autentici e rilevanti. Puoi proporre loro di scrivere contenuti di rilevanza per te, oppure di aggiornare o migliorare contenuti già presenti sul loro sito, in cambio di un link.

Altre strade possono nascere da altre opportunità:

  • citazioni in risorse o interviste
  • collaborazioni editoriali
  • partecipazione ad eventi.

In questi casi chiedere un link verso il proprio sito è una procedura piuttosto normalizzata.

La chiave è costruire relazioni genuine e offrire contenuti che meritino davvero di essere condivisi. Può essere utile anche partecipare a community, forum e gruppi di settore, dove condividere i propri contributi in modo coerente e trasparente.

Come tutte le strade che portano opportunità e valore, anche quella dei backlink nasconde qualche insidia e qualche pratica scorretta. Ci sono infatti backlink o modalità di acquisizione che possono fare più male che bene.

Ad esempio, se acquisti link da siti di dubbia qualità, partecipi a scambi di link sospetti o ti ritrovi citato in contesti poco trasparenti, potresti incorrere in penalizzazioni da parte di Google. Alcuni aggiornamenti dell’algoritmo, come Penguin, sono nati proprio per contrastare queste pratiche scorrette.

Tra le tecniche da evitare assolutamente ci sono le link farm, reti di siti creati solo per scambiarsi link e gonfiare artificialmente l’autorità.

Per capire meglio cosa sia una link farm, possiamo immaginare una rete di siti web apparentemente scollegati tra loro ma in realtà gestiti dalla stessa entità. Questi siti hanno il solo scopo di scambiarsi link a vicenda in modo sistematico, con lo scopo di aumentare artificialmente l’autorevolezza agli occhi dei motori di ricerca.

Facciamo un esempio: il sito A, il sito B e il sito C fanno tutti parte della stessa link farm. Il sito A contiene decine di link che puntano a pagine del sito B e del sito C. A sua volta, il sito B rimanda ad articoli di A e C, e il sito C ricambia con link verso A e B. Tutto ciò viene fatto non per offrire valore agli utenti, ma per manipolare il ranking. I contenuti spesso sono superficiali o addirittura generati automaticamente, e i siti possono condividere la stessa struttura, lo stesso design o gli stessi server di hosting.

Link Farm Rappresentazione

Google riesce a individuare questi schemi grazie a incroci di dati come la registrazione dei domini, l’indirizzo IP condiviso, la mancanza di traffico reale e l’eccessiva ripetizione di anchor text ottimizzati.

Quando viene scoperta una link farm, tutti i siti coinvolti possono essere penalizzati drasticamente, perdendo posizioni nelle SERP o venendo rimossi completamente dall’indice.

PBN (Private Blog Network)

Simili sono i PBN, ovvero gruppi di blog e siti web apparentemente distinti ma in realtà controllati da una stessa persona o azienda. L’obiettivo di una PBN è creare una rete di siti con cui generare backlink verso un sito principale esterno al gruppo, per aumentare la sua autorità e scalare le classifiche su Google.

Questi siti della rete PBN vengono spesso riempiti con contenuti generici o di scarsa qualità, e inseriscono in modo sistematico link verso il sito da spingere. I domini usati per una PBN sono talvolta acquistati all’asta tra quelli scaduti, per sfruttare la loro vecchia autorità.

Anche se all’apparenza possono sembrare siti indipendenti, Google è in grado di individuare molte delle connessioni tra di loro: hosting condiviso, stesse configurazioni tecniche, contenuti simili o ripetuti, pattern sospetti nei link in uscita. Quando Google scopre un PBN, può penalizzare sia i siti che compongono la rete sia il sito che ne riceve i link, vanificando tutta la strategia.

Doorway Pages

Altre pratiche rischiose includono le doorway pages, ovvero pagine create con l’unico scopo di intercettare il traffico da una specifica query di ricerca, senza offrire contenuti realmente utili all’utente. Queste pagine sono spesso ottimizzate in modo aggressivo per parole chiave mirate, ma una volta che l’utente ci atterra, viene immediatamente reindirizzato a un’altra pagina del sito, oppure trova contenuti duplicati o scarsamente informativi.

Ad esempio, una doorway page potrebbe essere costruita per la keyword “hosting economico Milano”, con un contenuto superficiale e una struttura pensata solo per ingannare i motori di ricerca. Quando l’utente ci arriva, viene dirottato automaticamente alla pagina principale dell’offerta hosting, senza trovare informazioni specifiche per Milano.

Google considera queste pagine una violazione delle linee guida, poiché peggiorano l’esperienza utente e servono solo a manipolare il posizionamento. I siti che le utilizzano possono subire penalizzazioni, anche gravi.

Strumento di disavow

Per evitare problemi, è utile monitorare regolarmente il proprio profilo backlink e, se necessario, usare lo strumento di disavow di Search Console per comunicare a Google di ignorare determinati link.

Come primo passo dovrai creare un file .txt in cui inserire, uno sotto l’altro, tutte le pagine (o anche i domini) che vuoi che vengano ignorati. Qui sotto trovi un esempio secondo le linee guida indicate da Google:

Esempio Lista Disavow Txt

Per farlo ti basterà andare su Search Console nella sezione “disavow links” e, come prima cosa, selezionare la proprietà su cui vuoi segnalare i link da scollegare.

Disavow Links

A questo punto potrai caricare un file di testo contenente i link e i domini da bloccare, cliccando sull’apposito pulsante.

Carica Lista Backlink Da Escludere

Nella nostra guida su come fare un’analisi SEO spieghiamo come controllare anche la qualità dei link in entrata.

Sapere chi ti sta linkando è fondamentale per capire se la tua strategia SEO sta funzionando davvero. Monitorare i backlink ti permette di scoprire se i link che ricevi sono di qualità, se arrivano da siti affidabili, se usano testi coerenti e, soprattutto, se ti aiutano a migliorare il posizionamento nei motori di ricerca.

Fortunatamente esistono diversi strumenti – alcuni gratuiti e altri a pagamento – che rendono questa analisi molto più semplice, che adesso ti illustreremo. Fare periodicamente un audit del profilo backlink con il loro aiuto ti permette di mantenere pulita la tua reputazione online e prevenire problemi legati a link tossici.

Google Search Console

Uno degli strumenti di base che tutti dovrebbero usare è Google Search Console. È gratuito, ufficiale e offerto direttamente da Google.

Una volta verificato il tuo sito, puoi accedere alla sezione dedicata ai collegamenti, disponibile cliccando su “Links”.

Link Su Search Console

Qui potrai trovare alcune informazioni come:

  • Top linked pages: le pagine del tuo sito che ricevono più link in entrata, sia da siti terzi che da altre pagine del tuo sito (le due tipologie di link saranno visibili in due liste separate, permettendoti così un’analisi specifica);
Backlink E Internal Link
  • Top linking sites: da quali domini arrivano quei collegamenti
  • Top linking text: quali sono i testi usati per creare i link.

Non mostra l’elenco completo di tutti i backlink esistenti, ma offre una panoramica affidabile per iniziare a capire come Google vede il tuo profilo link. Si tratta di un’ottima soluzione – semplice e gratuita – per siti con una numerica di link contenuta.

Ahrefs

Se vuoi andare più in profondità, uno degli strumenti più potenti è Ahrefs. Ti basta inserire l’indirizzo del tuo sito nella barra di ricerca per ottenere una vera e propria radiografia del tuo profilo backlink.

Puoi scoprire quanti siti ti stanno linkando, quali pagine sono più citate, e con quali parole. Ahrefs come abbiamo già visto assegna anche dei punteggi utili per capire la forza di quei collegamenti in termini di Domain Rating e URL Rating.

Ahrefs Lista Link In Entrata

Uno degli aspetti più utili è che puoi anche vedere se hai perso dei link nel tempo, magari perché una pagina è stata rimossa o perché il link è stato eliminato. Questo ti consente di reagire tempestivamente.

Per farlo ti basterò selezionare il filtro “Perso” prima dell’elenco dei backlink: in questo modo ti comparirà l’elenco dei link che non sono più attivi, ordinati per data e con dettagli su quale URL ti linkava e quale pagina era stata linkata. Spesso viene anche indicato il motivo per cui il link è scomparso: ad esempio, pagina 404, redirect cambiato, link rimosso manualmente, ecc.

SEOZoom

Per chi lavora con il mercato italiano, SEOZoom è uno strumento prezioso. Ti offre una panoramica chiara del tuo profilo backlink e ti aiuta a capire se i link ricevuti stanno realmente influenzando la visibilità del tuo sito.

Basta inserire il tuo dominio nella barra di ricerca in alto per accedere alla sezione dedicata ai link e scoprire da dove arrivano, con quali testi, e con quale frequenza. Una metrica interessante è la Zoom Authority – di cui abbiamo già parlato – che tiene conto non solo dei backlink ricevuti, ma anche della visibilità effettiva del sito nei risultati di ricerca italiani. Questo rende SEOZoom particolarmente utile per chi opera in settori locali o in nicchie specifiche.

Backlink Seozoom

Semrush

Semrush fornisce un audit completo del profilo backlink, con segnalazioni di eventuali link tossici. Permette non solo di analizzare i backlink, ma anche di monitorare l’andamento nel tempo e di ricevere avvisi quando qualcosa cambia.

Dopo aver inserito il tuo dominio, nella sezione “Link Building” puoi consultare un report completo con i siti che ti linkano, gli anchor text utilizzati, la natura dei link (dofollow o nofollow), e un punteggio di rischio. Questo punteggio, chiamato Toxicity Score, ti aiuta a individuare i link potenzialmente dannosi per la reputazione del tuo sito.

In più, Semrush ti suggerisce direttamente quali backlink conviene disconoscere e ti guida nella procedura.

Semrush Backlink

Infine, grazie allo strumento Backlink Audit puoi anche visualizzare se hai perso dei backlink, e nella versione a pagamento potrai anche trovare l’elenco preciso.

Backlink Persi Audit

Majestic

Majestic è uno strumento che si concentra quasi esclusivamente sui backlink. Offre due indicatori principali, come abbiamo visto: il Trust Flow e il Citation Flow. Il primo misura la qualità dei siti che ti linkano, mentre il secondo tiene traccia della quantità di link ricevuti.

Trust Flow E Citation Flow Majestic

L’ideale è mantenere un buon equilibrio tra i due. Se come nell’esempio qui sopra ricevi tanti link da fonti poco affidabili, il Citation Flow può aumentare, ma il Trust Flow resterà basso. E questo è un segnale che potrebbe mettere in allarme Google. Majestic permette anche di analizzare il profilo di ogni dominio che ti linka, offrendo un’analisi molto dettagliata delle relazioni tra siti.

Anche con questo strumento puoi monitorare eventuali link persi grazie alla voce di menu “Persi” nella sezione Backlink”, ma è disponibile solo per i piani a pagamento.

Strumento
Prezzo
Limitazioni
Ideale per
Google Search Console
Gratuito
Dati meno completi rispetto ai tool professionali, aggiornamento non in tempo reale
Principianti e piccoli siti che vogliono un controllo gratuito di base
Ahrefs
Versione base limitata gratuita + piani a pagamento a partire da 27€/mese
Interfaccia complessa
SEO specialist e agenzie con necessità di analisi approfondite
SEOZoom
Prova gratuita per 7 giorni + piani a pagamento a partire da 47,25€/mese
Copertura limitata fuori dall’Italia
Chi lavora con siti italiani o locali
Semrush
Prova gratuita per 7 giorni + piani a pagamento a partire da 139,95$/mese
Costo molto elevato
Professionisti che cercano uno strumento completo
Majestic
Backlink checker gratuito + piani a pagamento a partire da 46€/mese
Non fornisce informazioni dettagliate sull’anchor text o sul contesto
Chi vuole valutare velocemente qualità e quantità dei link
Riepilogo strumenti per monitoraggio backlink

La check list dei dettagli da monitorare

Quando fai un’analisi dei backlink, ci sono diversi elementi fondamentali da monitorare per valutare la qualità del profilo link del tuo sito e prevenire eventuali penalizzazioni da parte di Google. Ecco un elenco sintetico e riepilogativo degli aspetti principali da tenere sott’occhio:

  1. controlla il numero totale di backlink ricevuti per valutare l’ampiezza complessiva del profilo link;
  2. verifica il numero di domini di riferimento (referring domains), poiché una buona diversificazione delle fonti aumenta l’autorevolezza;
  3. analizza qualità e autorevolezza dei siti di provenienza, cercando di preferire link da siti affidabili, pertinenti e ben posizionati;
  4. controlla la tipologia di link (dofollow, nofollow, sponsored, UGC) così da bilanciare i vari tipi e, se possibile, focalizzarsi su quelli che trasmettono valore SEO diretto;
  5. esamina gli anchor text utilizzati affinché siano naturali, vari e coerenti con i contenuti linkati;
  6. identifica quali pagine ricevono backlink in modo da verificare se i link puntano solo alla homepage o anche a contenuti interni;
  7. monitora le variazioni nel tempo ed eventuali anomalie, come crescite improvvise o cali sospetti;
  8. individuare eventuali link tossici o sospetti attraverso strumenti specifici per riconoscere link da fonti penalizzate o spam;
  9. controlla i link persi o rimossi per capire se backlink importanti sono scomparsi e valutare se è possibile recuperarli.

Conclusioni

I backlink sono uno degli elementi più importanti della SEO off-page. Se gestiti con attenzione e ottenuti in modo naturale, possono fare la differenza tra un sito invisibile e uno ben posizionato. Non si tratta solo di ottenere tanti link, ma di costruire relazioni, offrire valore e curare ogni aspetto della presenza online.

Se hai già avuto occasione di mettere mano ai backlink del tuo sito, che ne dici di lasciare un commento e raccontare com’è andata?


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