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Lossy vs lossless: differenze, esempi e test pratici

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Ogni giorno produciamo e consumiamo quantità enormi di dati digitali: fotografie scattate con lo smartphone, canzoni streaming, video sui social o intere librerie di file in cloud. Tutti questi contenuti occupano spazio e, se non esistessero i metodi di compressione lossy e lossless, un singolo minuto di video in alta definizione potrebbe pesare diversi gigabyte, mentre un sito ricco di immagini sarebbe impossibile da caricare.

Capire come funzionano questi metodi incide direttamente sulla qualità delle foto che pubblichiamo online, sulla nitidezza delle canzoni che ascoltiamo e sulla fluidità dei video che guardiamo in streaming.

In questa guida analizzeremo nel dettaglio le differenze tra compressione lossy vs lossless, vedremo esempi concreti su immagini, audio e video, e ti aiuteremo a comprendere quale delle due soluzioni convenga adottare nei diversi scenari.

Cos’è la compressione dei file

Quando parliamo di immagini, brani musicali o video il peso di un file può fare la differenza tra un sito che si carica in un paio di secondi e uno che costringe l’utente ad attendere con frustrazione. Non è un dettaglio secondario: secondo uno studio di Google, oltre il 53% degli utenti abbandona una pagina se questa impiega più di tre secondi a caricarsi.

Velocità Di Caricamento E Ux

Le performance sono diventate sempre più cruciali, tanto che oggi la velocità di un sito incide direttamente sul posizionamento SEO e sull’esperienza utente.

Per affrontare questo tema si ricorre alla compressione digitale. Questo termine sta a indicare un processo che permette di ridurre la quantità di dati necessari per rappresentare un file digitale. Immagina di avere una fotografia da 10 MB: dopo una compressione, potrebbe scendere a 3 MB o meno, pur rimanendo visivamente quasi identica. Il principio alla base è semplice: eliminare ridondanze e rappresentare le informazioni nel modo più efficiente possibile.

Quando si parla di compressione dei file, i termini che incontriamo più spesso sono lossy e lossless. La differenza è racchiusa già nel loro nome, che in inglese significa rispettivamente “con perdita” e “senza perdita”.

Compressione Lossy Vs Lossless

Questa distinzione nasce dal modo in cui i due approcci trattano le informazioni digitali: uno punta a preservarle tutte, l’altro decide di sacrificare quelle meno importanti per i nostri sensi, così da ridurre al minimo lo spazio occupato. È proprio a partire da questa logica che derivano i diversi algoritmi e criteri percettivi che ora vedremo nel dettaglio.

Compressione lossless

Nel caso della compressione lossless tutti i dati originali vengono conservati e il file può essere ricostruito identico all’originale dopo la decompressione.

Esistono diversi algoritmi che gestiscono questo processo che permette che il file possa essere decompresso e ricostruito identico all’originale. È lo stesso meccanismo che si usa, per esempio, quando si crea un archivio ZIP. Tra gli algoritmi lossless più importanti troviamo:

  • Huffman coding (codifica di Huffman): assegna codici più brevi agli elementi più frequenti e più lunghi a quelli rari, in modo da risparmiare memoria complessiva senza perdere alcuna informazione. È usato in JPEG, MP3 e nei file ZIP.
  • LZW (Lempel–Ziv–Welch): mentre legge i dati, crea un dizionario interno di sequenze che si ripetono. Ogni volta che incontra di nuovo la stessa sequenza non la riscrive tutta, ma la sostituisce con un riferimento al dizionario. È alla base di GIF e TIFF.
  • DEFLATE: è una combinazione dei due algoritmi preedenti. Prima cerca sequenze ripetute nei dati e le sostituisce con riferimenti più brevi, poi applica la codifica di Huffman per comprimere ulteriormente i simboli rimasti. È lo standard di ZIP, gzip e PNG.

Compressione lossy

Nella compressione lossy, invece, parte delle informazioni viene eliminata in modo definitivo: il file risultante non è più identico alla copia originale, ma più leggero e comunque adatto all’uso previsto. Questo tipo di compressione si basa su un insieme di tecniche che hanno tutte in comune una cosa: sfruttano i limiti percettivi dell’occhio umano o dell’orecchio umano.

Codifica Percezione Sensoriale

La logica alla base è questa: i nostri sensi non sono perfetti, e il cervello “ignora” molte informazioni che tecnicamente esistono ma non sono percepite chiaramente. Gli algoritmi lossy cercano di rimuovere proprio quelle informazioni ridondanti o “invisibili”, così da ridurre i dati senza che l’utente percepisca differenze evidenti.

Gli algoritmi di compressione con perdita non seguono un’unica strada: esistono diversi approcci, ciascuno dei quali sfrutta principi matematici e percettivi per ridurre le dimensioni dei file eliminando le informazioni considerate meno rilevanti.

Uno dei metodi più usati per ridurre il peso di un file è la trasformata discreta del coseno (DCT), una sorta di lente che scompone l’immagine o il suono nelle sue diverse frequenze. Quelle più basse, legate agli elementi principali, vengono mantenute con precisione, mentre quelle più alte – che corrispondono ai dettagli fini spesso impercettibili – vengono ridotte o eliminate.

Menzioniamo anche il processo di quantizzazione, che consiste nel ridurre la precisione di certi valori. Ad esempio, in un’immagine i livelli di colore vengono approssimati a intervalli più ampi: due tonalità leggermente diverse possono essere rappresentate dallo stesso valore, perché l’occhio umano difficilmente nota la differenza se non zoomando tantissimo (nell’esempio qui sotto abbiamo un ingrandimento del 400%).

Quantizzazione Immagine

È proprio la fase di quantizzazione, nel caso del formato JPEG, a rappresentare la parte realmente “lossy” del processo.

Lossy VS lossless a confronto

La differenza nel confronto lossy VS lossless non è quindi solo tecnica, ma ha conseguenze dirette sull’uso che si fa dei file:

  • se l’obiettivo è l’archiviazione fedele di una fotografia professionale, la compressione lossless è indispensabile;
  • se invece bisogna pubblicare centinaia di immagini in un sito web veloce e ottimizzato per il mobile, la compressione lossy diventa spesso la scelta migliore.

Un altro aspetto importante da tenere presente è che nella compressione lossy se un file viene aperto, modificato e ricompresso più volte, ogni nuova compressione introduce ulteriori perdite di qualità, un fenomeno detto “generation loss” o perdita di generazione.

Lossy Perdite Di Qualità
Generation loss: confronto dopo una seconda compressione lossy

È come fare una fotocopia di una fotocopia: a un certo punto l’immagine diventa sgranata e poco leggibile. Nell’esempio qui sopra si può vedere chiaramente come, nell’immagine di destra, una nuova compressione lossy abbia sgranato notevolmente l’immagine. Con i file lossless, invece, questo problema non esiste, perché ogni decompressione restituisce sempre il file originale.

A questo punto possiamo mettere a confronto i due tipi di compressione per capire davvero come funzionano e quando conviene scegliere l’uno o l’altro.

Qui intanto un confronto visivo: a sinistra un’immagine compressa in modalità lossless, a destra lossy. La compressione è stata eseguita tramite ShortPixel partendo da un’immagine PNG di 2,51 MB.

Lossy Vs Lossless

La compressione lossless ha prodotto un file di 2,16 MB, con una compressione minima (-14%); in modalità lossy l’immagine ha raggiunto un peso di 607 kb (-76%), mantenendo comunque una buona qualità visiva, con differenze davvero minime.

Perché questa grande differenza di peso? Perché con la compressione lossless il file originale rimane intatto e può essere ricostruito in ogni dettaglio. È come se piegassimo un foglio di carta: lo possiamo ripiegare in mille modi, ma quando lo riapriamo tornerà sempre a mostrare lo stesso contenuto.

Questa tecnica è ideale quando abbiamo bisogno di conservare un documento digitale senza alterazioni: fotografie professionali, archivi o file di lavoro che potrebbero dover essere modificati in futuro. Lo svantaggio è quello che abbiamo appena visto, e cioè che il risparmio di spazio è limitato.

Con la compressione lossy la logica è diversa: il file viene alleggerito sacrificando le informazioni considerate meno importanti per i nostri sensi. Il vantaggio è che i file diventano molto più leggeri e quindi facili da condividere, caricare online o riprodurre in streaming. Lo svantaggio, invece, è che questa perdita è irreversibile: una volta eliminate, le informazioni non possono più essere recuperate.

Caratteristica
Lossless
Lossy
Significato
Senza perdita
Con perdita
Qualità
Qualità originale
Qualità ridotta, ma spesso la differenza è impercettibile
Dimensione dei file
Riduzione limitata
Riduzione notevole
Modifiche e ricompressioni
Ogni volta che si apre o si ricomprime, la qualità è identica.
Più volte si ricomprime, più si perde qualità.
Quando usarli
Archiviazione, editing, fotografia e audio professionale.
Siti web, streaming, contenuti da condividere rapidamente.
Tabella comparativa compressione lossy vs lossless

La scelta dipende quindi dallo scenario: vuoi conservare ogni minimo dettaglio o preferisci file leggeri e immediatamente utilizzabili?

Lossy VS lossless nelle immagini

Le immagini sono forse il campo più evidente in cui la distinzione tra compressione lossy e lossless entra in gioco. Ogni volta che salviamo una foto in JPEG, che carichiamo un logo in PNG o che usiamo un’immagine in formato WebP sul nostro sito, stiamo scegliendo se privilegiare la fedeltà assoluta o la leggerezza dei file.

Per valutare al meglio le differenze, riprendiamo la stessa immagine che abbiamo visto poco fa analizzandone alcuni dettagli. Partiamo dall’immagine originale, che vedi qui sotto: osserva i tre dettagli messi in evidenza (tutti con zoom al 400%), elementi che useremo per valutare le conseguenze qualitative confrontando i due metodi di compressione lossy vs lossless.

Dettagli Immagine Senza Compressione

Abbiamo detto che con la compressione lossless le immagini mantengono tutti i dettagli originali. Un file PNG, ad esempio, conserva ogni pixel esattamente com’era, senza eliminare alcuna informazione. Questo è particolarmente utile quando si lavora con loghi, icone, grafici e immagini che richiedono trasparenze o linee nitide. Il rovescio della medaglia è che i file PNG possono essere molto pesanti, soprattutto se usati per fotografie complesse.

Questa che vedi qui sotto è l’immagine dopo una compressione lossless. Come puoi notare i dettagli sono rimasti tutti praticamente identici all’originale: la macchia bianca, l’ombra sotto l’oggetto grigio, le morbide sfumature del verde nell’angolo destro.

Dettagli Compressione Lossless

Passiamo ora alla compressione lossy, che abbiamo detto essere la scelta ideale quando vogliamo ridurre al massimo il peso delle fotografie, come quelle in formato JPEG. In questo caso alcuni dettagli vengono sacrificati, ma spesso la perdita è invisibile a occhio nudo; in compenso però il file peserà anche la metà.

Qui sotto trovi i soliti tre dettagli. In tutti e tre noterai con estrema facilità quanto le sfumature siano molto sgranate, mettendo in evidenza i pixel e facendo perdere la morbidezza nei passaggi cromatici.

Dettagli Compressione Lossy

I formati immagine più diffusi

Nell’ambito delle immagini possiamo distinguere diversi formati e il tipo di compressione che utilizzano. Il PNG è il principale rappresentante della compressione lossless: conserva i dati originali ed è perfetto per grafiche e loghi. Il JPEG/JPG è il formato lossy per eccellenza, ottimizzato per le fotografie e capace di ridurre drasticamente il peso delle immagini senza compromettere troppo la qualità.

Avif Vs Webp
Confronto fra formato Avif (1) e Webp (2)

Negli ultimi anni si sono affermati formati più moderni come WebP e AVIF, sviluppati rispettivamente da Google e dall’Alliance for Open Media. Entrambi supportano sia la compressione lossy che quella lossless, dando così all’utente la possibilità di scegliere di volta in volta il compromesso migliore tra qualità e leggerezza. Infine c’è HEIC, utilizzato da Apple nei dispositivi iOS, che si basa sul codec HEVC e offre una compressione lossy molto efficiente.

Un caso particolare è quello del formato SVG, che non rientra né tra i lossy né tra i lossless tradizionali perché è un formato vettoriale. In pratica non salva un’immagine pixel per pixel, ma le istruzioni matematiche per disegnarla. Questo lo rende perfetto per icone e grafiche scalabili, che possono essere ingrandite all’infinito senza perdere qualità.

Ottimizzare le immagini per i siti web

Nel contesto del web, la scelta tra lossy e lossless ha un impatto diretto sulle performance. Un sito con immagini in PNG molto pesanti rischia di rallentare i caricamenti, penalizzando non solo l’esperienza degli utenti ma anche il posizionamento nei motori di ricerca. Per questo motivo, nella maggior parte dei casi, si preferisce usare formati lossy come JPEG, WebP o AVIF, riservando il lossless solo a loghi e grafiche dove è indispensabile mantenere ogni dettaglio.

È per questo che molti plugin e strumenti di ottimizzazione immagini per WordPress offrono entrambi i metodi di compressione, lasciando all’utente la libertà di scegliere tra qualità perfetta e massima leggerezza.

Formato
Tipo di compressione
Vantaggi
Svantaggi
Quando usarlo
PNG
Lossless
Qualità perfetta, supporto trasparenze, ideale per grafici e loghi
File molto pesanti se usato per fotografie
Loghi, icone, immagini con trasparenze
JPEG
Lossy
File leggeri, ampio supporto, ottimo per fotografie
Perdita di qualità irreversibile, artefatti visibili con compressione alta
Fotografie da pubblicare online
WebP
Entrambe
File molto leggeri, supporto trasparenze, ottima qualità a parità di peso
Compatibilità limitata su software più vecchi
Siti web moderni, immagini ottimizzate per SEO
AVIF
Entrambe
Compressione molto efficiente, qualità superiore a WebP e JPEG
Supporto browser ancora non totale, tempi di codifica più lunghi
Ottimizzazione avanzata di immagini per web e mobile
HEIC
Lossy
Qualità alta con file molto leggeri, usato da Apple su iPhone/iPad
Compatibilità limitata fuori dall’ecosistema Apple
Foto scattate con dispositivi iOS
SVG
Nessuna (è vettoriale)
Scalabile senza perdita, file molto leggeri, modificabile con codice
Non adatto a fotografie complesse
Loghi, icone, illustrazioni vettoriali

Lossy e lossless nell’audio

Quando ascoltiamo musica in streaming o scarichiamo un file audio spesso non ci rendiamo conto che dietro ci sono tecniche di compressione che fanno la differenza tra un brano da pochi megabyte e lo stesso file che potrebbe pesare centinaia di megabyte. Anche in questo caso i due approcci principali sono lossy e lossless, e la scelta dipende dall’equilibrio tra qualità del suono e spazio di archiviazione.

Con i formati lossless ogni dettaglio del suono originale viene conservato. Un file in WAV o in FLAC contiene tutte le frequenze e tutte le informazioni registrate, per questo può essere decompresso e riprodotto esattamente come nella versione originale.

Questo livello di fedeltà è molto apprezzato dai professionisti del settore musicale e dagli audiofili, che desiderano ascoltare la musica nella sua qualità più pura. Lo svantaggio, però, è che questi file possono essere molto pesanti.

I formati lossy, invece, applicano criteri di percezione uditiva per eliminare le informazioni che l’orecchio umano fatica a distinguere. Un file MP3 o AAC riduce la dimensione scartando alcune frequenze meno rilevanti, senza che l’ascoltatore medio percepisca differenze significative. Ad esempio, se un brano è stato compresso a 320 kbps, la qualità percepita è molto vicina a quella lossless, ma il file può pesare meno della metà rispetto a un WAV.

Lossless Vs Lossy Audio Compression
Confronto della potenza di segnale fra due formati audio con differente compressione. Fonte: Routenote

Questo è il motivo per cui i formati lossy sono i più diffusi nello streaming musicale e nei download digitali: consentono di memorizzare migliaia di brani in uno smartphone senza saturare la memoria.

Abbiamo provato a confrontare alcuni formati audio utilizzando come sorgente il file di una canzone di 4 minuti e 38 secondi; queste le variazioni peso in base al formato di compressione:

  • FLAC (lossless): 59.1 MB
  • WAV (lossless): 76.4 MB
  • MP3 320 kbps (lossy): 10.8 MB
  • AAC (lossy): 5.3 MB

Naturalmente la differenza tra i due approcci si nota di più in contesti professionali. Un produttore musicale che deve mixare una traccia lavorerà sempre in lossless, perché ha bisogno di ogni minimo dettaglio.

Un utente che ascolta musica in cuffia durante un viaggio in treno, invece, difficilmente percepirà le sottili differenze tra i vari formati. Anzi, diversi test condotti in ambito audiofilo (fra cui una ricerca del Centro di Musica Digitale dell’Università di Londra) hanno dimostrato che la maggior parte delle persone non riesce a distinguere tra un file lossy di alta qualità e uno lossless, a meno di avere un impianto audio di livello molto alto, competenze musicali specifiche e/o un ambiente di ascolto ottimale.

Formato
Tipo di compressione
Vantaggi
Svantaggi
Quando usarlo
WAV
Lossless
Qualità massima, standard professionale, nessuna perdita di dati
File molto pesanti, poco pratici per la condivisione
Produzione musicale, archiviazione master audio
FLAC
Lossless
Stessa qualità del WAV, dimensioni ridotte fino al 50%, supporto ampio
File molto pesanti, non sempre supportato dai dispositivi più datati
Archiviazione musicale in alta fedeltà, ascolto audiofilo
ALAC
Lossless
Qualità identica al FLAC, ottimizzato per l’ecosistema Apple
Compatibilità ridotta fuori da dispositivi Apple
Utenti iOS e macOS, librerie musicali su iTunes/Apple Music
MP3
Lossy
File molto leggeri, compatibilità universale, qualità accettabile anche a bitrate bassi
Perdita irreversibile di dati, qualità inferiore a FLAC/ALAC
Streaming, condivisione, dispositivi con poca memoria
AAC
Lossy
Migliore efficienza rispetto a MP3 a parità di bitrate, standard per Apple Music e YouTube
Compatibilità leggermente inferiore a MP3 (ad esempio non è accettato da Spotify)
Streaming su piattaforme moderne, ascolto su dispositivi Apple
OGG Vorbis
Lossy
Qualità elevata a bitrate bassi, open source, usato da Spotify
Non supportato nativamente da tutti i dispositivi
Streaming musicale, alternative libere a MP3/AAC

In conclusione, nell’audio la compressione lossless è la scelta perfetta per l’archiviazione e la produzione professionale, mentre il lossy rimane la soluzione più pratica per l’ascolto quotidiano e per la distribuzione in streaming. Servizi come Spotify, Apple Music o YouTube Music si basano principalmente su formati lossy proprio per ridurre al minimo il consumo di banda e garantire uno streaming fluido anche con connessioni non perfette.

Lossy e lossless nei video

Se nel caso delle immagini parliamo di file da qualche megabyte e con l’audio di brani musicali da poche decine di megabyte, con i video la questione cambia radicalmente: un minuto di filmato non compresso in alta definizione può pesare diversi gigabyte. Per questo motivo la compressione nei video è fondamentale e senza di essa sarebbe impossibile pensare allo streaming online o alla semplice archiviazione su un computer domestico.

La compressione lossless nei video funziona allo stesso modo che per immagini e audio, e quindi il file può essere ricostruito identico all’originale, senza perdita di dati. Codec come Apple ProRes o Avid DNxHR (definiti talvolta “near-lossless”) vengono usati in ambito professionale perché garantiscono una qualità molto alta e permettono di lavorare in fase di editing senza degradare il materiale originale.

Questo approccio è indispensabile per la produzione cinematografica e televisiva – dove è necessario mantenere ogni minimo dettaglio – ma quel che è certo è che i file risultano estremamente pesanti.

Lossy And Lossless Compressione Video
Confronto lossy vs lossless in ambito video. Fonte: Castr

La compressione lossy, invece, è ciò che rende possibile guardare un film su Netflix o un video su YouTube senza intasare la connessione internet. I codec più diffusi come H.264 (AVC) e H.265 (HEVC) funzionano eliminando dati che l’occhio umano non percepisce chiaramente, con meccanismi simili a quelli usati nelle immagini.

In questo modo un film in alta definizione può scendere da centinaia di gigabyte a pochi gigabyte, mantenendo comunque una qualità visiva più che accettabile. Questo spiega perché le piattaforme di streaming e i social network utilizzano quasi esclusivamente compressione lossy: è l’unico modo per distribuire contenuti a milioni di persone in tempo reale.

Il compromesso, naturalmente, è che la compressione lossy nei video è irreversibile. Una volta che i dati sono stati eliminati, non possono essere recuperati. Inoltre, se un video compresso viene aperto, modificato e ricompresso più volte, la qualità tende a peggiorare progressivamente, un fenomeno simile al “generation loss” delle immagini di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti.

Codec
Tipo di compressione
Vantaggi
Svantaggi
Quando usarlo
H.264 (AVC)
Lossy
Ottimo rapporto qualità/peso, ampia compatibilità, standard di riferimento per anni.
Compressione meno efficiente rispetto ai codec più recenti.
Streaming online (YouTube, Vimeo), registrazioni consumer, contenuti HD.
H.265 (HEVC)
Lossy
Compressione molto efficiente, qualità alta anche a bitrate bassi, supporta 4K/8K.
Maggiore richiesta di potenza di calcolo, compatibilità non universale.
Streaming 4K (Netflix, Prime Video), contenuti ad alta risoluzione.
VP9
Lossy
Open source, buona qualità a basso bitrate, supportato da Google/YouTube.
Meno diffuso rispetto a H.264/H.265, supporto limitato su alcuni dispositivi.
Streaming su YouTube e browser Chrome/Firefox.
AV1
Lossy (next-gen)
Compressione superiore a H.265, open source, pensato per il futuro dello streaming.
Codifica lenta e molto esigente in termini di risorse hardware.
Nuove piattaforme di streaming, contenuti 8K e dispositivi moderni.
Apple ProRes
Lossless / Near-lossless
Qualità elevatissima, ideale per l’editing professionale, facile da gestire in post-produzione.
File molto pesanti, non adatto allo streaming.
Cinema, TV, editing video professionale su Mac.
Avid DNxHR
Lossless / Near-lossless
Alta qualità, ottimizzato per il montaggio, molto usato in ambito broadcast.
File ingombranti, richiede hardware dedicato per lavorare al meglio.
Produzione televisiva e cinematografica, archiviazione professionale.

In sintesi, nei video la compressione lossless è la scelta ideale in fase di produzione e archiviazione professionale, mentre la compressione lossy è quella che usiamo ogni giorno quando guardiamo un contenuto online. Senza di essa, lo streaming come lo conosciamo oggi non sarebbe semplicemente possibile.

Come scegliere tra lossy e lossless

Arrivati a questo punto, è naturale chiedersi: quale delle due compressioni conviene usare? La risposta non è univoca, perché dipende dal contesto e dagli obiettivi.

Quando la priorità è la fedeltà assoluta dei dati, la scelta obbligata è la compressione lossless. Se stai archiviando fotografie professionali, registrazioni audio originali o video destinati al montaggio, è fondamentale mantenere intatta ogni informazione. In questo modo potrai modificare, ritoccare o ricomprimere il file senza rischiare di degradarne la qualità.

Per esempio un fotografo che lavora in RAW non può permettersi di perdere dettagli: sarà la fase di post-produzione a stabilire quanta compressione applicare, non il formato di archiviazione. Lo stesso vale per un produttore musicale che deve mixare una traccia: ha bisogno di lavorare con file lossless per avere il massimo controllo.

Al contrario, quando la priorità è la leggerezza e la fruizione rapida, entra in gioco la compressione lossy. È la scelta ideale per le immagini pubblicate su un sito web, per i brani distribuiti in streaming o per i video caricati su YouTube e Netflix. In questi casi l’obiettivo è garantire un’esperienza fluida per l’utente, riducendo al minimo i tempi di caricamento e il consumo di banda.

Errori da evitare

Sapere distinguere tra compressione lossy e lossless è importante, ma altrettanto fondamentale è evitare alcuni errori comuni che possono compromettere la qualità dei file o rallentare inutilmente un sito web.

Errori Compressione Immagini

Uno degli sbagli più frequenti è usare sempre e solo formati lossless, anche quando non è necessario. Capita spesso di vedere fotografie pubblicate online in formato PNG: questo approccio garantisce una fedeltà perfetta, ma rende i file molto pesanti e rallenta il caricamento delle pagine. In realtà, per le immagini fotografiche è quasi sempre meglio scegliere formati lossy come JPEG, WebP o AVIF, che riducono notevolmente il peso senza che la differenza di qualità sia percepibile. I formati lossless, invece, andrebbero riservati a loghi, grafiche con trasparenze o contenuti che richiedono precisione assoluta.

Un altro errore frequente riguarda l’eccessiva compressione lossy. Ridurre al minimo le dimensioni di un file può sembrare una buona idea, ma se si esagera il risultato può diventare inutilizzabile. Nelle immagini (come abbiamo visto prima) si manifestano gli artefatti: macchie, aloni e pixel visibili che rovinano la resa visiva. Nei video compaiono scie e blocchi nei movimenti rapidi, mentre nell’audio si avverte un suono metallico o distorto. Una compressione ben fatta deve trovare il giusto equilibrio tra leggerezza e qualità, non spingersi al limite.

Un altro sbaglio spesso sottovalutato è non distinguere tra file da archiviare e file da pubblicare. Conservare i propri contenuti solo in versione lossy è rischioso: se in futuro si volesse ritoccare una foto o rimontare un video, la qualità di partenza sarebbe già compromessa.

Conclusioni

La scelta tra compressione lossy e lossless non è una questione di giusto o sbagliato, ma di consapevolezza. Oggi abbiamo a disposizione formati e strumenti in grado di adattarsi a ogni esigenza: dal lavoro professionale che richiede qualità assoluta, fino alla pubblicazione di contenuti che devono essere leggeri e accessibili a tutti.

Con un approccio ragionato si possono ottenere file veloci da condividere online e, allo stesso tempo, conservare copie originali senza compromessi.

Se hai dubbi, domande o vuoi raccontarci come gestisci la compressione dei tuoi file, ti invitiamo a lasciare un commento e condividerci i tuoi dubbi o la tua esperienza diretta!


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